Pensioni: Faib, bene riconoscimento gravosità lavoro per i benzinai

Carburanti: Faib a Urso, riordino rete sia riforma per e con il settore

Possibile estensione dei lavori gravosi ai benzinai. È questa la novità che potrebbe arrivare dalla Commissione istituzionale sui lavori gravosi che ha individuato 203 nuove mansioni per le quali potrebbe esserci la possibilità di andare in pensione a 63 anni, tramite l’Ape sociale.

La Commissione avrebbe, infatti, ricalcolato, con criteri scientifici, gli indici forniti da Inps, Inail ed Istat che valutano la fatica fisica e psicologica delle mansioni e tengono conto degli infortuni ed incidenti sul lavoro.

Da questo ricalcolo si passerebbe da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni: il provvedimento andrebbe ad interessare circa mezzo milione di lavoratori, che potrebbero uscire dal mondo del lavoro a 63 anni con 36 di contributi, a condizione di avere svolto una mansione gravosa per sei anni.

Nel nuovo elenco risulterebbero: saldatori, verniciatori industriali, falegnami, conduttori di autobus e tranvieri, tassisti, bidelli insegnanti delle scuole elementari, magazzinieri, commessi e cassieri, operatori sanitari qualificati, portantini, forestali, macellai, panettieri ed appunto benzinai.

Ora saranno i ministeri dell’Economia e del Lavoro a decidere quali e quante nuove categorie includere.​

“La riteniamo un’ottima notizia ,incoraggiante per le battaglie finora portate avanti – dice il Presidente Faib Giuseppe Sperduto.  I benzinai sono tra i lavoratori che più rischiano, nel comparto della distribuzione, infortuni e malattie professionali, sia per la costante esposizione al lavoro in strada e alle variazioni climatiche, sia per quelle derivanti dall’erogazione dei carburanti, sia agli infortuni nell’attività imprenditoriale. Queste modalità sono state ripetutamente segnalate al Ministero del Lavoro dalla Federazione. Riteniamo necessario ed urgente che per un settore essenziale come il nostro – che opera a garanzia della mobilità di persone e merci – si arrivi ad una riforma complessiva del sistema pensionistico, che tenga conto dell’usura fisica e mentale di queste mansioni e del ruolo e dell’importanza sociale di questo tipo di attività commerciali, da sempre vicine ai cittadini e ai bisogni primari delle comunità”.

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