Pensioni, la Consulta boccia il blocco delle rivalutazioni. Fornero: “Non capisco questa sentenza”

Si rischia un buco da 5 miliardi nei conti pubblici

La Corte Costituzionale ha ‘bocciato’ il blocco delle perequazioni pensionistiche scattato con la norma Fornero.  Secondo i dati Istat, il blocco ha toccato circa sei milioni di persone con una pensione superiore ai 1.443 euro mensili lordi. La quota maggiore è costituita da pensionati tra i 1.500 e i 1.999 euro (17,4% del totale) e tra 2 mila e 3 mila euro (13,7%). Adesso il rischio è che si crei un ‘buco’ da 5 miliardi nei conti pubblici. Troveremo una soluzione” dicono da Palazzo Chigi.

“Non riesco a capire  – dice l’ex ministro del welfare Emma Fornero in un’intervista a Repubblica – bloccare le pensioni alte, o comunque non quelle più basse, in un momento di grave crisi finanziaria è una manovra contro la quale è difficile eccepire. La prima osservazione è che non era certo una norma stabilita da me – spiega -. Per una volta, il governo Monti era stato unanime nel ritenere che per ragioni di emergenza finanziaria fosse motivato stabilire quel blocco. Non era facile, e di fatti io stessa ne fui colpita, e chiesi che la norma non fosse estesa a chi percepiva 1000 euro al mese, o meno. Una richiesta personale fatta proprio alla luce della mia comprensione dei problemi”. La norma non faceva parte della riforma pensionistica, “non fu una norma proposta da me e non entrò nella riforma. Fu dovuta alla situazione economica tragica del Paese, da tutti conosciuta. Il governo impose il blocco per due anni. E l’indicizzazione delle pensioni più basse fu sbloccata grazie al mio intervento”. “ difficile pensare che quella norma fosse incostituzionale nelle circostanze di quel periodo – aggiunge -. Non si trattava di una retribuzione differita a chi la percepiva, non corrispondeva ai contributi versati. E questa norma arrivava in un momento in cui tutti piangevano per i giovani senza lavoro.  difficile vederla ora come incompatibile con la Costituzione”.

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