Pnrr: prossima tranche da 19 miliardi, da realizzare entro l’anno 55 obiettivi

Consiglio Ministri

Trasmessa alle Camere la seconda Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Secondo quanto si evince dalla seconda Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, trasmessa dal Governo alle Camere, l’esecutivo Draghi ha già incassato dal Piano nazionale Ripresa e Resilienza nell’agosto 2021 e nell’aprile 2022 45,9 miliardi. Altri 21 miliardi sono in arrivo per avere realizzato tutti i 45 obiettivi del primo semestre 2022. La prossima tranche prevede a fine anno ulteriori 19 miliardi, ma andranno realizzati tutti i 55 obiettivi previsti dal piano.

Pnrr: la relazione

Nel primo semestre 2023 sono previsti stanziamenti per 16 miliardi (27 obiettivi); nel secondo semestre 2023 18 miliardi (69 obiettivi). Complessivamente a giugno 2026 il Pnrr, se verranno realizzati tutti gli obiettivi, erogherà 191,5 miliardi di euro.

“Entro il secondo semestre 2022 – si legge nella relazione del Governo – dovranno essere realizzati 55 risultati (39 traguardi e 16 obiettivi), ai quali è collegata una rata di 21,8 miliardi di euro (19 miliardi di erogazione, al netto del prefinanziamento già corrisposto)”.

Approvati i decreti delegati sulla riforma dei processi penali e civili, restano da completare i traguardi sulla concorrenza. Entro il 31 dicembre 2022 devono essere adottati la legge annuale sulla concorrenza per l’anno 2021 (M1C2-6) e i relativi strumenti attuativi e di diritto derivato, tra i quali rientrano in particolare i decreti legislativi da adottare nei settori rilevanti, ai fini dell’attuazione del PNRR (M1C2-8).

Con il PNRR, l’Italia si è impegnata ad adottare annualmente una legge sulla concorrenza, per migliorare e semplificare le normative di settore, limitando la sovra-regolamentazione e rimuovendo ostacoli e vincoli alla concorrenza.

In particolare, la legge per la concorrenza per il 2021 deve intervenire nei seguenti settori:

    • norme antitrust, eliminando gli ostacoli al controllo delle concentrazioni;
    • servizi pubblici locali, con l’obiettivo di diffondere il ricorso al principio della concorrenza nei contratti di servizio pubblico locale, in particolare per i rifiuti e i trasporti pubblici locali, limitando gli affidamenti diretti;
    • si prevedono incentivi alle regioni che mettono a gara i contratti ferroviari regionali;
    • settore dei rifiuti: semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di smaltimento. Concessioni idroelettriche, di distribuzione del gas e portuali: si dovrà prevedere lo svolgimento di gare competitive per l’assegnazione dei contratti;
    • assegnazione di spazi pubblici per la ricarica delle auto elettriche o per la selezione degli operatori per l’installazione dei punti di ricarica. Necessari  criteri trasparenti e non discriminatori e abolendo le tariffe regolamentate per la fornitura di energia elettrica per la ricarica dei veicoli;
    • vigilanza del mercato: razionalizzazione delle autorità nazionali in non più di 10 agenzie situate nelle principali regioni d’Italia. Prevista l’applicazione dell’intelligenza artificiale per tracciare i prodotti pericolosi e illeciti e individuare tendenze e rischi nel mercato unico;
    • istituire nuovi laboratori accreditati per le prove su tutti i gruppi di prodotti;
    • avvio di un’attività imprenditoriale: riduzione dei tempi di accreditamento per la trasmissione di informazioni sui dipendenti da sette a quattro giorni


Sempre nell’ambito della medesima riforma è prevista l’attuazione di alcune condizioni in materia di energia
(M1C2-7), prevedendo, in particolare:

    • eliminazione graduale dei prezzi regolamentati per le microimprese e le famiglie a partire dal 1 gennaio 2023;
    • adozione di misure di accompagnamento per sostenere la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’energia elettrica (garantire parità di condizioni ai nuovi operatori; fissare un tetto alla quota massima di mercato a disposizione di ciascun fornitore; consentire ai consumatori di chiedere al fornitore di energia di comunicare i loro dati di fatturazione a un fornitore terzo);
    • aumentare la trasparenza della bolletta dell’energia elettrica consentendo ai consumatori di accedere alle sotto-componenti delle “spese per oneri di sistema”;
    • eliminare l’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell’energia.
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