Riunita la Presidenza Faib. Eletta la nuova giunta e la squadra dei vice Presidenti. Soddisfazione per l’Accordo Eni votato all’unanimità.

Giunta Faib: Cartello prezzo medio al centro del confronto

La Presidenza Faib, riunitasi in modalità video conferenza il 14 luglio, ha discusso i punti all’ordine del giorno concernenti il completamento degli organismi e le relative deliberazioni statutarie; le relazioni industriali, stato dei negoziati, esame Accordo Eni, situazioni territoriali, delibere; criticità accordo IP, tavoli interassociativi, Tavolo automotive al Mise e apertura Tavolo ministeriale Mite; partecipazione a Oil&nonoil e  Fuels Mobility.

Al primo punto all’odg, la Presidenza ha votato all’unanimità l’elezione della nuova Giunta che risulta così composta: Giuseppe Sperduto Presidente Nazionale, Antonino Lucchesi Presidente Faib Autostrade, Gaetano Pergamo, Coordinatore nazionale, Emanuela Passerini, Enzo Nettis, Mariagrazia Terzulli, Fabio Bertagnini, Flavio Convento V. Presidente, Mariano Peraro, Ercole Gori, Alessandro Brogi V. Presidente, Andrea Stefanelli V. Presidente, Marco Princi, Roberto Proietti Barsanti, Franco Iorio, Nicola Pulimeni, Domenico Concolino, Francesca Costa V. Presidente, Benedetto Guglielmino, Gabriela Ruggiu, Rosanna Canestri. La Giunta potrà contare sulla partecipazione degli invitati: Michele Berrino, Andrea Dameri, Marcello Platì, Michele Rosati, Marco Poggi, Sara Reali, Gianluca Naldoni, Antonio Ciavattini, Leandro Fisani, Vito Siressi, Salvo Basile. La costruzione della squadra del Presidente Sperduto risponde all’esigenza di avviare un importante rinnovamento, assicurare una adeguata rappresentanza al territorio e all’imprenditoria femminile, agli operatori più innovativi.

La Presidenza è poi passata all’esame dell’Accordo Eni, su cui si era già pronunciata nella riunione del 9 giugno scorso, dando il proprio consenso alle linee guida sviluppate. Il Presidente Sperduto ha quindi illustrato il nuovo accordo concentrando l’attenzione sugli aspetti della transizione e di quelli dei diritti, degli aspetti economici e della stazione del futuro. Sperduto è partito dalla premessa del rispetto rigoroso della normativa di settore quale strumento irrinunciabile per stimolare nuovi investimenti e affermare una volta di più la necessità del contrasto all’illegalità e al dumping contrattuale. Detto ciò, per Sperduto l’Accordo raggiunto va nella direzione di condividere un progetto nazionale per una rete distributiva efficiente e produttiva, nell’era della transizione ecologica ed energetica ponendosi sia il tema dei fuels che della modernizzazione della rete per essere vicino all’evoluzione di stile dell’automobilista, sia nella veste di consumatore della mobilità urbana che sulla lunga percorrenza. In questo senso, pur partendo dalla considerazione che i carburanti tradizionali coprono il 92% dei consumi per la mobilità, l’intesa raggiunta guarda al futuro della rete volto alla trasformazione e valorizzazione degli attuali punti vendita in aree multiservizi e multifuels, ispirati ai principi della mobilità sostenibile ed alle innovazioni imposte dalla transizione energetica e digitale, con al centro il gestore, riferimento primario ed essenziale dell’offerta complessa che l’Azienda con un importante investimento mette in campo. Accanto ai carburanti tradizionali- benzine e gasoli-si arricchisce l’offerta di biocarburanti, di quelli gassosi e si gettano le basi per la mobilità elettrica e a idrogeno che sulle stazioni di servizio potranno trovare, con gli investimenti necessari, lo spazio adeguato senza consumare nuovo territorio nella logica dell’economia sostenibile e circolare. Sugli aspetti economici Sperduto ha evidenziato che l’Accordo sottoscritto porta un incremento dei margini valutabile, a seconda delle condizioni, tra il 21 e il 25%. In questo senso, l’Accordo rivisita con importanti incrementi i margini sia sul servito che sul self, disciplina i carburanti gassosi (GPL, GNL Metano), stabilisce un ritorno importante  per i gestori per gli incrementi differenziali sul servito quando questo si verifica  per effetto  dell’incremento del prezzo consigliato in servito e non per effetto della riduzione del prezzo self, rafforza l’incentivazione sul segmento servito per i litri incrementali, con la previsione dell’over sul servito e sul self, detta regole più stringenti  per il rispetto del prezzo massimo. Su questo punto particolarmente dibattuto, l’Accordo fa salva la piena disponibilità del prezzo nelle mani del gestore, nei limiti del prezzo massimo, e al tempo stesso, tramite una procedura rigida dà concreta attuazione al rispetto della disciplina prevista. L’intesa poi conferma la possibilità dell’esaurimento scorte in caso di diminuzione del prezzo. L’accordo incrementa la quota di accantonamento Cipreg ed infine riconosce per la “vacatio contrattuale” una “una tantum” a titolo di contributo per il mancato rinnovo dell’Accordo nei tempi dovuti; riconosce ancora le spese per le verifiche metriche e in continuità con l’accordo scaduto non addebita ai gestori i costi delle campagne promozionali. Per le attività integrative, l’Accordo, sebbene non disciplini gli aspetti di dettaglio rimessi alla libera contrattazione delle parti, stabilisce una congrua remunerazione dei servizi erogati che, per Faib, non possono che essere quanto meno in linea con i margini medi di profitto riconosciuti per i singoli settori merceologici, dai bar ai lavaggi, dai servizi di pagamento a quelli di assistenza all’intermodalità ecc…secondo il combinato disposto della normativa di riferimento applicabile. Nelle strategie condivise, Sperduto ha detto che la stazione di servizio- l’Enistation- sarà sempre più multiservice, con servizi legati alla persona e alla mobilità nelle sue varie declinazioni, dall’erogazione di energie sostenibili ai servizi integrativi, all’intermodalità urbana. Per le attività integrative, l’Accordo prevede un impegno chiaro ad avviare un tavolo di confronto per condividere le strategie commerciali sulle attività non oil con l’obiettivo, di parte sindacale, di giungere ad un Accordo sulle tipologie contrattuali anche per le attività non oil. In conclusione, per Sperduto la firma dell’Accordo Eni è un punto di riferimento per tutti gli attori della filiera che in molti casi erano in posizione di attesa, a studiare le mosse del market leader. Eni ha dato un segnale importante al settore, riconoscendo il ruolo e il valore della figura del gestore, riaffermando la sua centralità anche nella fase di cambiamento degli scenari energetici, rinnovando con le Federazioni dei gestori maggiormente rappresentative una intesa ad operare per la messa in sicurezza del settore. L’Accordo è anche una chiamata ad accelerare per gli altri operatori e una riaffermazione netta della contrattazione quale valore di riferimento per contrastare la deriva dell’illegalità contrattuale. Eni ha avuto il coraggio di investire, insieme alle Associazioni, sul futuro e di questo gliene va dato atto perché con la firma di questo accordo si impegna con i gestori su un percorso di riposizionamento per cogliere le migliori opportunità, cercando di creare nuovo valore all’interno del quadro normativo di riferimento nel rispetto rigoroso delle regole. La Presidenza ha votato all’unanimità l’approvazione dell’Accordo rivolgendo un ringraziamento alla delegazione trattante per gli importanti risultati conseguiti. I gestori Eni interessati a consultare l’Accordo e ricevere informazioni possono rivolgersi alla sede territoriale più vicina.

Sull’Accordo IP, la Presidenza ha sottolineato tutte le criticità (problemi persistenti con il listino prezzi self/servito, con differenziali assurdi; mancata liquidazione cali 2020 e criticità e contestazioni diffuse sulla rete, inapplicazione della cosiddetta “fattura parlante”, pressioni in violazione dell’Accordo e inappropriate per l’adesione al Pos unico bancario,  manutenzione carente, mancata attuazione dell’Accordo ai gestori a marchio convenzionati…) ed ha deliberato di richiedere unitariamente un incontro urgente con i vertici della società di via Salaria, riservandosi di assumere tutte le iniziative del caso.

Su EG per gli impianti Esso, a distanza di diverse settimane dalla proposta di Accordo economico e normativo, la Presidenza ha preso atto che ancora la società non ha fornito alcun riscontro. Il silenzio che EG sta opponendo alla proposta sindacale la dice lunga sulle intenzioni della compagnia di condividere un accordo economico, nonostante non possa non sapere che sul territorio i gestori sono in grande difficoltà economiche e soprattutto in uno stato di grande sfiducia. Gli intervenuti hanno evidenziato l’apertura di credito che a EG è stata fatta nel 2018, quando fu fatto un accordo politico per consentire alla società anglo indiana di entrare nel mercato italiano. Quell’Accordo è costato milioni di euro ai gestori Esso del gruppo che dunque si aspettano dalla società petrolifera delle risposte adeguate. Allo stesso tempo la Presidenza Faib diffida EG dal perseguire ipotesi di applicazione ai gestori a marchio di tipologie contrattuali non tipizzate ai sensi della L. 27/2012 avvertendo che l’opposizione a tale pratica, laddove attuata, sarebbe durissima e portata in tutte le sedi, con effetti devastanti sulla reputazione del marchio Esso, già messo a dura prova dal comportamento di alcuni operatori. La Presidenza ha chiesto un’immediata convocazione del tavolo di trattativa per il rinnovo dell’Accordo scaduto, riservandosi, d’intesa con le altre sigle sindacali, tutte le iniziative adeguate da mettere in campo.

Sul tavolo automotive, la Presidenza ha approvato il documento presentato al Mise in cui si sottolinea che le strategie pubbliche non possono non operare, in tema di emergenza climatica, un ruolo di indirizzo e di programmazione in un contesto di corretta valutazione degli asset e delle compatibilità di bilancio, nonché delle condizioni di mercato e di concorrenza tra le varie tecnologie utilizzabili, alla luce delle evoluzioni della ricerca che sta procedendo verso ulteriori progressi ambientali con gli Euro 7. In questo contesto l’alimentazione elettrica per la mobilità commerciale e privata, ad oggi costituisce solo una tra le scelte possibili in relazione alle singole esigenze, insieme al bio carburante, al bio gas, all’idrogeno, alle motorizzazioni ibride e a quelli che la ricerca scientifica potrebbe rendere disponibili a breve. Faib valuta con interesse- nell’ambito dell’impiego delle risorse del PNNR- l’uso e l’implementazione delle motorizzazioni sostenibili ed auspica che l’ammodernamento veda l’attuale rete carburanti come asset prezioso per la distribuzione dell’energia utilizzata per l’autotrazione e che i processi di adeguamento possano procedere in tempi graduali e compatibili alla tecnologia e alla diffusione della propulsione elettrica, in abbinamento ad altre fonti a più ridotte emissioni nocive. Gli operatori sono  consapevoli che il programma di ristrutturazione del mercato in funzione delle nuove energie alternative per autotrazione costituisce una grande sfida e valutano il rischio tangibile di un “parco automobilistico elettrico”, drogato dagli incentivi, privo di adeguate strutture di supporto logistico e di infrastrutture innovative per l’assistenza ed i rifornimenti dato dall’insufficienza e inadeguatezza di colonnine in rete stradale prive dell’adeguata potenza necessaria alla ricarica veloce degli autoveicoli. Anche per questo, e per non precludere sbocchi positivi ai progressi della ricerca scientifica sulle fonti di energia, è sempre consigliabile l’applicazione del principio di “neutralità tecnologica”, poiché le eventuali forzature rischierebbero di impattare negativamente il sistema. In altre parole, la politica dei forti incentivi rischia di produrre danni se non accompagnata da una più attenta, oculata e modulata politica energetica.

La Presidenza ha anche votato all’unanimità la decisione di avanzare la richiesta al Mite di convocare in tempi stretti il tavolo di settore, come già anticipato nelle settimane scorse dalla Sottosegretaria On. Gava. Va in questa direzione anche la richiesta della Presidenza di rafforzare il confronto unitario tra le tre Federazioni e le altre rappresentanze della filiera per rilanciare l’iniziativa di riforma del settore.

Infine, la Presidenza ha deliberato la partecipazione alle fiere di settore, sia ad Oil&Nonoil  a Verona che a Fuel Mobility a Bologna.

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