Sicurezza sugli impianti di distribuzione carburanti, ancora una rapina violenta

Faib, intervenga il Governo: imponga per la tutela dell’ordine pubblico un tetto alle
commissioni bancarie. Non c’è altro rimedio.

 

Ancora una volta assistiamo a fatti di cronaca che ci segnalano rapine violente a danno dei gestori carburanti, che spesso finiscono tragicamente.

La micro criminalità non smette di avere al centro dei suoi obiettivi, per evidenti motivi di facilità di risultato, la nostra categoria, mettendo a repentaglio l’incolumità della nostra gente. La facilità del risultato è dato dal fatto che ancora troppi contanti girano sulle stazioni di servizio, in barba agli impegni di facilitare la diffusione della moneta elettronica, ostacolata in ogni modo dalle esose commissioni bancarie, segnalate tra le più alte d’Europa, senza che nessuna delle autorità si occupi dello stacco bancario italiano.

Oggi commentiamo purtroppo l’ennesima tragica rapina in danno di un benzinaio, ferito gravemente ed al quale facciamo gli auguri fraterni di pronta guarigione della categoria.

All’indomani della notizia tragica, però, troppo spesso, si dimentica il dato concreto e ineludibile dell’accaduto, fino alla rapina successiva, ammesso che venga denunciata da chi è stato colpito ed abbia fatto il giro dei media. Il punto essenziale da affrontare è la sicurezza sugli impianti, un punto imprescindibile che chiama in causa il MEF, presso cui è ancora fermo il tavolo di lavoro per dirimere la questione dei costi delle transazioni elettroniche, le forze dell’ordine che, in considerazione dell’alta replicazione degli accadimenti, dovrebbero monitorare maggiormente le aree di distribuzione carburanti e le compagnie e i proprietari degli impianti che, di fronte a questi fatti, dovrebbero sentire il dovere di intervenire con misure e strumenti di dissuasione.

Il collega di Busto Arsizio preso di mira la settimana scorsa aveva già denunciato altre volte l’aggressione subita dai malviventi, ma puntualmente, come sempre, la denuncia era rimasta senza produrre effetti. Non può esser consentito che fatti di tale gravità- con tale replicabilità-   vengano confinati nella sfera del privato di chi ha subito questi eventi e dei loro familiari, che portano quella ferita nel cuore per sempre.

“E ‘giunta l’ora di dire basta! basta! basta! Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, la vita dei gestori vale molto di più di un “bilancio”, di una norma di legge che ci costringe a lavorare in condizioni precarie, con compensi ridotti, che quando fai un rifornimento speri ti paghino in contanti altrimenti ci rimetti per effetto dei costi delle transazioni elettroniche; con assicurazioni che non ti tutelano perché siamo una categoria troppo esposta- dice Martino Landi, Presidente della Faib– Sul tavolo del Ministro degli interni c’è la denuncia di Faib, che giace da anni. Al Ministro Salvini, da poco capo della Polizia, diciamo che questa è una vera e propria emergenza. Di riprendere il fascicolo che giace al Viminale e riaprirlo. Il Governo, le Istituzione, le Banche, i Petrolieri devono fare la loro parte. Non è giusto essere rapinati dell’incasso di una giornata rischiando la vita, rimetterci tutto il “bottino” che come noto viene custodito dal gestore a suo rischio e pericolo, quando invece gli spetta appena il 2 % di quella cifra che gli viene rapinata dai malviventi.”

“L’impegno che prendiamo- continua Landi– è di rinnovare al Ministro degli interni la nostra denuncia e di portare ancora una volta il dossier sicurezza ai tavoli di lavoro. E’ arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti: il governo si deve impegnare a promuovere l’obbligatoria messa in sicurezza dei punti vendita; promuovere l’utilizzo della moneta elettronica in modo convinto, costringendo le banche ad assumersi l’onere di far pagare commissioni ragionevoli a questa categoria che non ne può più, invece di fare solo proclami , censurando i comportamenti di chi, invece, negli ultimi tempi si è approfittato di norme che dovevano ridurre i costi della gestione dei pagamenti elettronici e ridurre ai minimi termini l’uso del contante. Anche l’Industria petrolifera e i Titolari dei punti vendita possono e devono fare la loro parte, investendo sui distributori carburanti, contenendo i costi delle carte fedeltà, assicurando gli impianti. Nelle prossime settimane mi auguro che si apriranno i tavoli di confronto promessi e saremo chiamati a compiere scelte anche su questo scottante fronte. “

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