Svimez, Confesercenti: “Nel meridione crisi prosegue anche nel 2015. Il 16% delle famiglie non arriva a fine mese, è il doppio del nord”

Vivoli: “puntare sul turismo per rilanciare il Mezzogiorno”

I dati Svimez confermano che il Mezzogiorno resta l’area del Paese più in difficoltà, dove le famiglie che vivono in povertà assoluta doppiano quelle del Nord. Secondo le nostre rilevazioni trimestrali, a luglio di quest’anno il 16% delle famiglie del Sud dichiara di non riuscire a coprire con il proprio reddito nemmeno le spese indispensabili. Una quota in aumento del 6% su maggio – in controtendenza rispetto ai dati nazionali – e quasi doppia rispetto al 9% di famiglie del Nord che si sente al di sotto della soglia di povertà. Il divario con il Nord si estende ormai a tutti i livelli: il 66% dei nuclei familiari del sud ritiene insoddisfacente la propria situazione finanziaria, contro il 44% del nord. Mentre le famiglie che ritengono di poter vivere serenamente con il proprio reddito, nel meridione, sono solo il 27%: 10 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale (36%) e 17 sotto quella delle regioni settentrionali (44%).
“Non ci stanchiamo di sottolinearlo: in questa area del Paese più svantaggiata la crisi rischia di produrre effetti irreversibili – commenta il presidente di Confesercenti Massimo Vivoli – sia dal punto di vista economico che sociale. Gli alti tassi di disoccupazione, poi, soprattutto di giovani e donne, minano seriamente le possibilità di cogliere qualunque slancio di ripresa”.
“Per questo, torniamo a chiedere con forza al Governo di proseguire il percorso  delle riforme intrapreso per ammodernare il Paese, a partire da quella fiscale, indispensabile per riavviare le nostre imprese sul sentiero della crescita. Così come – aggiunge Vivoli – bisogna rimettere al centro del dibattito politico il turismo, fondamentale leva economica per il nostro Paese. Sfruttare tutte le opportunità offerte dalla nostra attrattività turistica, soprattutto nel Mezzogiorno, rappresenta la scelta vitale per questi territori. Diversamente – conclude il presidente di Confesercenti – non c’è possibilità di sopravvivenza e rilancio. Migliaia di piccole imprese, commerciali e turistiche, al Sud, hanno resistito con le proprie forze a questi lunghi anni di recessione: ora bisogna sostenerle. Così come è necessario ripensare, a livello complessivo, una strategia specifica per le regioni meridionali, che non si limiti solamente ai fondi strutturali europei”.

 

 

 

 

 

 

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