Zone rosse: Centri estetici, no allo stop. 38 mila attività a rischio

Abbiamo fatto tanti investimenti: nostre strutture sicure

“Abbiamo fatto tanti investimenti nelle nostre strutture, rispettato regole e protocolli e continuiamo a farlo. Per questo chiediamo al Governo di rivedere la sua posizione sulla chiusura dei nostri centri. Altrimenti molte di noi saranno costrette a tirar giù la saracinesca, per sempre!”.

Con queste parole Chiara Pengo, Responsabile nazionale Estetiste di Confesercenti Immagine e Benessere, commenta l’obbligo, da domani, di fermo dei centri estetici nelle regioni inserite nell’area rossa, Piemonte, Lombardia, Calabria e Valle d’Aosta, come previsto dall’ultimo Dpcm.

“Siamo professioniste serie”, continua Pengo. “Le nostre attività, anche prima della pandemia, erano sottoposte a rigidi standard di sicurezza ed igiene. Oggi più che mai! Tra i costi del materiale monouso, la riduzione del numero di clienti per consentire di provvedere alla sanificazione degli ambienti tra un trattamento e l’altro, abbiamo visto ridursi del 50% i nostri margini. E ora se molte di noi dovranno stare ferme per quasi un mese, come faranno a sopravvivere?”

“Stiamo parlando di circa 38 mila attività che in questi mesi hanno, comunque, fatto i conti con affitti, leasing, imposte e tasse locali”.
“Chiediamo di poter continuare a operare – conclude Pengo – in sicurezza come abbiamo sempre fatto. Chiediamo fiducia per dimostrare che sappiamo rispettare regole e protocolli. Chiediamo rispetto per il nostro lavoro che, in un momento di profonda tristezza come quello che il Paese sta attraversando, può rappresentare un conforto per chiunque voglia prendersi cura di sé e del proprio aspetto”.

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