Nel secondo trimestre scende ancora il Pil (-0,2%), Italia di nuovo in recessione tecnica

Padoan: si stenta ad uscire dalla crisi, fare riforme in fretta. La Ue: ci sarà impatto sui conti


pil-ii-trim-2014L’Italia non riparte: le rilevazioni dell’Istat certificano un nuovo calo del prodotto interno lordo. Nei primi tre mesi la crescita era stata negativa per lo 0, 1%. Questa seconda flessione riporta l’Italia tecnicamente in recessione. Su base annua il pil fa segnare un – 0, 3%. Piazza Affari peggiora e porta le perdite oltre quota 2%

Per l’Italia e’ “triple dip”. Il terzo tuffo nella recessione. L’economia torna in contrazione per la terza volta in 5 anni. Dopo quella del 2008-09, la breve ripresa del 2010, poi la recessione ininterrotta fino al terzo trimestre del 2013 e nel quarto la ripresina(+0,1%). Ora il triple dip, il terzo tuffo nella recessione certificato oggi dalla variazione negativa del Pil nel secondo trimestre: -0,2% che segue quella del primo trimestre -0,1%. Il valore reale del Pil è stato pari a 340,196 miliardi. Si tratta del livello minimo dal secondo trimestre del 2000.

“Il calo congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i tre i grandi comparti di attività economica; agricoltura, industria e servizi”. Da segnalare che il contributo delle esportazioni nette è stato negativo, nullo il contributo della domanda interna.

“Il Pil italiano peggiore delle attese ritarda di nuovo la ripresa e avrà un impatto negativo sulle finanze, ma è troppo presto per fare valutazioni sul deficit”, così il portavoce del commissario Ue all’economia commentando il calo del Pil”

Si stenta ad uscire dalla recessione, ma ci sono segnali positivi che andranno apprezzandosi nel futuro. Così il ministro dell’ Economia Padoan in un’ intervista al Sole 24 ore. Nessuna troika, per il ministro: “il Paese deve riformarsi da solo e lo sta facendo, dobbiamo farlo ancora più in fretta”. il ministro spiega che comunque il 3% di deficit/pil nel 2014, e anche nel 2015, “non sarà superato” e “non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva”. Mentre sull’aumento record della Tasi osserva che non ha a che vedere con la copertura del bonus Irpef da 80 euro voluto dal governo, ma “con politiche fiscali del governo precedente che noi abbiamo ereditato”.

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