Pil italiano, Bruxelles conferma l’Istat e peggiora la stima: nel 2013 sarà a -1,8%

La Commissione: “Euro troppo forte ha contribuito a ridurre il Pil”. Confesercenti: “Due anni di stime al ribasso”

Peggiorano le stime Ue sulla crescita Italiana del 2013: dal -1,3% previsto in primavera passa oggi a -1,8%, la stessa cifra diffusa ieri dall’Istat, mentre resta invariata a 0,7% la stima del pil del 2014. “La recessione potrebbe essere al punto di svolta. Dopo una nuova forte contrazione nel 2012-13 l’attività si riprenderà gradualmente nel 2014-15”, scrive Bruxelles. Peggiorano anche le previsioni sul deficit italiano: a maggio Bruxelles prevedeva un 2,9% nel 2013, e oggi sale invece al 3%, mentre il 2,5% che aveva previsto nel 2014 sale al 2,7%. “Dopo i grandi sforzi del 2012 rallenta la correzione di bilancio”, scrive la Commissione che “a politiche invariate” prevede nel 2015 un disavanzo al 2,5%.

Rivisto al rialzo, purtroppo, solo il tasso di disoccupazione in Italia nel 2013 e nel 2014, che raggiungerà il picco nel 2014 con il 12,4%. La Ue prevede l’inizio della discesa nel 2015 quando il tasso di disoccupazione si dovrebbe attestare al 12,1%, secondo quanto si legge nelle previsioni economiche di autunno pubblicate oggi. La Commissione prevede ora per il 2013 un tasso di disoccupazione in Italia al 12,2%, mentre a maggio stimava un tasso dell’11,8% nel 2013. La precedente stima per il 2014 era invece del 12,2%, anche in questo ritoccata al rialzo sul 12,4%, in linea comunque con le stime del governo e dell’Istat.

Un euro troppo forte

 Il rafforzamento dell’euro e’ uno dei fattori indicati dalla Commissione europea come piu’ determinanti nello spiegare la revisione al ribasso delle stime sul Pil italiano del 2013. Tale riduzione “e’ spiegata principalmente da investimenti significativamente piu’ ridotti, da un ambiente esterno meno dinamico e dall’apprezzamento del tasso di cambio,” si legge nel capitolo dedicato all’Italia nel documento sulle previsioni economiche pubblicato oggi dall’Esecutivo Ue. La Commissione sottolinea inoltre che “in uno scenario dominato da condizioni di accesso al credito persistentemente rigide, la domanda domestica continua a rallentare l’attivita’ economica nel 2013”.
La Commissione sottolinea inoltre che l’apprezzamento dell’euro ha un impatto sulla competitivita’ dei prezzi, e quindi puo’ avere un effetto negativo sull’export italiano, e di conseguenza sull’occupazione. “Nel 2014-2015, la produttivita’ dovrebbe ritornare a crescere,” si legge nel capitolo dedicato all’Italia, e specificatamente all’occupazione in Italia, del documento di previsioni economiche. Il paragrafo si conclude pero’ con l’avvertimento che “tuttavia l’apprezzamento dell’euro ha un impatto sulla competitivita’ dei prezzi”.

Confesercenti: “In due anni stime Pil 2013 ribassate del 2,4% rispetto a previsione originale. E’ dimostrazione che austerity non paga: per rilanciare il Paese servono idee forti”

“Le previsioni del Pil italiano del 2013 somigliano a una corsa al ribasso”, spiega Confesercenti. “Dal maggio 2012 ad oggi, la stima del nostro prodotto interno lordo per l’anno 2013 è stata sempre ritoccata verso livelli inferiori, perdendo il 2,4% rispetto al dato iniziale.

Tab. 1 Le stime Istat sul Pil 2013

Pil 2013

Stima Maggio 2012

+0,5%

Stima Novembre 2012

-0,5%

Stima Maggio 2013

-1,4%

Stima Novembre 2013

-1,8%

Variazione   complessiva stima (Maggio   2012-Novembre 2013)

-2,4%

Fonte: Istat, prospettive per l’economia italiana

“La continua correzione in negativo è già di per sé significativo: dimostra che le politiche degli ultimi due anni, improntate fortemente all’austerity ma esitanti sul piano delle riforme utili, non solo non hanno risanato la nostra economia, ma hanno avuto effetti recessivi maggiori di quanto preventivato. Serve un cambio di passo: dobbiamo puntare su interventi straordinari, coraggiosi, originali per rilanciare l’Italia, non aspettare passivamente di agganciare la ripresa estera. Partiamo da una vera spending review: secondo i nostri studi, possiamo risparmiare circa 50 miliardi di euro, da investire per riportare il Paese sulla strada della crescita”.

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