Erasmi: “Situazione da monitorare con grande attenzione: rincari colpiscono i consumatori ma anche chi produce e distribuisce ogni giorno beni essenziali”
I dati Istat diffusi oggi segnalano un incremento del 25% dei prezzi alimentari in quattro anni, con aumenti che in Italia restano inferiori rispetto ad altri Paesi europei, ma comunque molto pesanti per famiglie e imprese.
“I dati Istat confermano quello che le imprese alimentari vivono ogni giorno: i prezzi crescono, ma i margini si riducono e i volumi di vendita si restringono”, commenta Daniele Erasmi, Presidente nazionale di Fiesa Confesercenti.
“Negli ultimi anni il settore ha dovuto assorbire aumenti eccezionali dei costi di materie prime, energia, logistica e packaging, senza poterli trasferire integralmente sui prezzi finali per non gravare ulteriormente sulle famiglie. Il risultato è un sistema della distribuzione alimentare in sofferenza, in cui molte attività stanno lavorando al limite della sostenibilità economica.”
“Il boom dei prezzi del cibo – conclude Erasmi – non è solo un fenomeno italiano ma europeo: questo dimostra che le cause vanno ricercate lungo tutta la filiera e nei costi internazionali dell’energia e delle materie prime. È una situazione da monitorare con grande attenzione, perché la tenuta delle imprese alimentari di prossimità è essenziale per la qualità, la sicurezza e l’equilibrio del nostro sistema di consumo.”