Vendita diretta prodotti agricoli, Confesercenti: “Inaccettabile distorsione della concorrenza, serve parità di trattamento per tutti gli operatori commerciali”

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Osservatorio Confesercenti: nei primi sei mesi del 2013 scomparsi 1300 esercizi del dettaglio alimentare, 7 negozi in meno al giorno

“La possibilità per le imprese agricole di vendere o di far consumare prodotti, anche non propri, direttamente sul posto, determina una inaccettabile distorsione della concorrenza: di fatto trasforma i produttori in aziende di intermediazione commerciale, ma garantisce loro un ingiustificato vantaggio, permettendo di aggirare qualsiasi norma relativa alla destinazione urbanistica della zona e alla destinazione d’uso dei locali in cui viene svolta. Si tratta di deroghe che contribuiscono, ulteriormente ed incomprensibilmente, a favorire un comparto e a penalizzarne un altro, quello della distribuzione commerciale, già duramente colpito ed indebolito dagli effetti della crisi economica”.

Confesercenti, unitamente al giudizio espresso da Rete Imprese Italia, commenta così l’emendamento approvato dalle Commissioni riunite del Senato al ‘Decreto Fare’ sulla vendita e consumo sul posto dei prodotti agricoli.

“Si tratta di inaccettabili forzature che danneggiano quegli operatori economici che, in un regime di concorrenza leale e di rispetto delle regole, resistono sul mercato nonostante il forte disagio causato dall’eccesso di tasse, i bassi consumi e la deregulation degli orari commerciali”.

“Come dimostrano i dati del nostro Osservatorio sul commercio – sottolinea Confesercenti –  nonostante il piccolo spiraglio certificato dalle rilevazioni dell’ultimo bimestre maggio-giugno, durante il quale 7.000 nuove attività commerciali hanno aperto i battenti e, per la prima volta dal 2012, si è registrato un saldo bimestrale positivo di 1.422 imprese, la crisi del commercio è lungi dall’essere scongiurata.

In particolare, il settore della distribuzione alimentare ha visto nei primi sei mesi dell’anno la chiusura di 3.821 imprese, per un saldo negativo di 1.300 imprese: sette imprese scomparse ogni giorno.
Tra gennaio e giugno, in particolare, hanno tirato già la serranda 856 esercizi, causando un rosso di 112 imprese nel comparto specializzato del dettaglio ortofrutta”.

Tab.1

Saldo natimortalità Gennaio-Giugno 2013 (commercio al dettaglio alimentare e specializzato ortofrutta)

 

Aperture

Chiusure

Saldo

Alimentare

2.521

3.821

-1.300

di cui ortofrutta

744

856

-112

Fonte: Osservatorio Confesercenti

“Chiediamo, pertanto, a Governo e Parlamento – conclude Confesercenti – di fare un passo indietro da un provvedimento iniquo e lesivo del libero mercato e ripristinare le giuste condizioni per tutte le imprese, senza distinzione, con gli strumenti adatti per reggere il gioco della concorrenza”.

 

Roma, 8 agosto 2013

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