Pensioni: le categorie dei lavori gravosi

Si parte dalla platea individuata nella normativa per l’Ape sociale

Riprende oggi il confronto tra governo e sindacati sulle pensioni, in vista dell’incontro previsto il 13 pomeriggio con i segretari generali a palazzo Chigi. L’impegno assunto giovedì dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è di individuare le categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose da escludere dal meccanismo automatico dell’innalzamento dell’età pensionabile, che resta confermato.

Si parte dalla platea dei lavori gravosi individuata nella normativa per l’Ape sociale:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelle e pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Una platea che, secondo alcuni calcoli, potrebbe ammontare a circa 15.000 persone.

A queste categorie potrebbero esserne aggiunte altre. Tra le ipotesi:

  • quanti svolgono lavori manuali nell’industria, settori metalmeccanico e chimico;
  • i marittimi personale viaggiante e chi lavora nei pescherecci e gli operai agricoli;

I sindacati ambiscono invece ad una platea più ampia ma soprattutto a modificare il meccanismo dell’adeguamento automatico in relazione alle aspettative di vita. In primo luogo
perché, secondo loro, quando salgono le aspettative di vita l’età pensionabile sale, ma in caso contrario resta immutata. Inoltre, poiché il meccanismo pesa sui coefficienti di trasformazione, chiedono correttivi che avrebbero così valenza generale.

Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, ribadendo che il meccanismo dell’adeguamento va parametrato alle condizioni di lavoro degli impieghi gravosi “perché non tutte le mansioni sono uguali”, ha sottolineato la necessità di una riflessione sulle modalità di calcolo.

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