Crisi, Bce: “Ripresa sarà lenta. In Italia boom di giovani disoccupati, peggio solo Grecia e Spagna”

Per il nostro Paese record di giovani che non studiano né cercano occupazione

La Bce “si attende un lento recupero del prodotto nell’area euro”. Lo scrive lo stesso Istituto nel consueto bollettino, secondo cui i rischi per le prospettive di crescita “continuano a essere orientati al ribasso”. Pesano le incertezze dei mercati mondiali, in particolare i Paesi emergenti, ma anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese. L’inflazione, continua la Bce,  nei prossimi mesi “resterà sui livelli attuali”: i rischi sono comunque “bilanciati” e  la frenata a 0,7% a gennaio è da attribuirsi principalmente “alla componente energetica”. I tassi, promette la Bce, resteranno sui livelli attuali o inferiori a lungo. Cattive notizie per l’Italia: il nostro Paese si classifica al terzo posto nell’Eurozona per tasso di disoccupazione giovanile, superata solo da Grecia e Spagna. E’ quanto sottolinea la Bce nel suo bollettino mensile. “L’evoluzione del tasso di disoccupazione giovanile cela notevoli differenze fra paesi”, si legge nel testo, “mentre in Austria e a Malta l’incremento e’ stato moderato e in Germania si e’ persino registrato un calo, il tasso di disoccupazione giovanile e’ aumentato in maniera particolarmente marcata nei paesi soggetti a tensioni di mercato, portandosi nel 2013 su valori compresi fra il 50% e il 60% in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro e al 30% in Irlanda”. “In questi ultimi due paesi”, sottolinea Francoforte, “il rialzo segue un dato pre-crisi relativamente contenuto. Un alto tasso di disoccupazione giovanile rispetto alla media dell’area dell’euro non costituisce invece un fenomeno nuovo in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, essendo stato gia’ osservato prima della crisi”. “Al tempo stesso, anche alcuni paesi non sottoposti a tensioni, come Francia e Belgio, presentavano un tasso di disoccupazione giovanile relativamente alto nel periodo antecedente la crisi”. “L’incremento della disoccupazione giovanile”, osserva ancora la Bce, “ha riguardato principalmente i lavoratori sprovvisti di un titolo di studio secondario superiore, per i quali il tasso di disoccupazione e’ salito, nella maggior parte dei paesi, molto piu’ che per i lavoratori con un’istruzione secondaria superiore e terziaria” che e’ stato comunque “considerevole” in alcuni paesi, come la Spagna, dove i giovani laureati senza lavoro sono saliti del 30% dal 2007 al 2013. L’Italia e’ anche il paese dell’Eurozona con il maggior numero di giovani ‘Neet’ (persone di eta’ compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono ne’ occupate, ne’ impegnate in attivita’ di studio o formazione. E’ quanto emerge dal bollettino mensile della Bce. Dal 2007 al 2012 i ‘Neet Italiani sono passati da circa il 16% a oltre il 21% del totale, un incremento percentuale inferiore solo a quelli di Grecia e Irlanda (che segnano comunque dati assoluti piu’ bassi, con la sola Grecia che supera di poco il 20%). Il dato italiano e’ legato soprattutto al forte incremento dei giovani inattivi. In Spagna e Portogallo, invece, l’aumento dei ‘Neet’ e’ connesso soprattutto alla disoccupazione, laddove gli inattivi sono addirittura calati, grazie all’aumento dei giovani impegnati in attivita’ di studio e formazione.

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