Autostrade, Faib Fegica e Anisa lanciano allarme al Governo: la posizione dei concessionari aggrava la crisi

Faib Autostrade: Governo intervenga con urgenza o le aree chiuderanno per mancanza di fondi

Con una nota ai Ministri competenti ed agli attori della filiera, concessionarie, compagnie petrolifere, Unione Petrolifera, Faib, Fegica e Anisa esprimono il proprio preoccupato allarme per il contenuto della comunicazione di Aiscat indirizzata al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture.

Per le Associazioni dei gestori è evidente dal tono utilizzato e dalle affermazioni che al di là “di generiche e ripetitive asserzioni di “disponibilità”, non esiste alcuna concreta attuazione degli impegni assunti verso il Governo: si tratta insomma di una completa retromarcia delle società concessionarie autostradali.”

Nella nota in sostanza l’Associazione delle concessionarie evita “ogni quantificazione puntuale circa l’impiego di risorse da destinare alle Gestioni delle aree di servizio; si esercitano in una serie di distinguo, in modo da dilazionare ogni concreta misura necessaria in questa fase emergenziale; rimandano ad una incerta futura definizione tutti gli aspetti applicativi che si pretenderebbe di negoziare one to one con ciascuno dei singoli subconcessionari.”

Le Federazioni nel condannare tale atteggiamento ricordano che “l’ammontare delle royalty imposte dai concessionari negli ultimi quindici anni sulle vendite di carburanti, beni e servizi vale complessivamente oltre cinque miliardi di euro.”

Faib Fegica e Anisa richiamano il Governo alle proprie responsabilità istituzionali essendo il proprietario concedente delle tratte autostradali ad assumere le dovute iniziative tese “a ripristinare il minimo delle condizioni di serietà ed affidabilità, richiamando tutti i soggetti chiamati a concorrere” alla soluzione della drammatica crisi delle aree di servizio” evidenziando che allo stato, “la presente fase negoziale dovrà purtroppo essere considerata conclusa con esito negativo, in forza di responsabilità attribuibili con inequivocabile certezza” non essendo oltre tollerabile che “ concessionari e subconcessionari continuano a scaricare rischi, oneri e responsabilità connesse al dovere di assicurare la regolarità della distribuzione dei carburanti in quanto pubblico servizio essenziale.”

Le Federazioni poi rivolgono un invito alla “Commissione di Garanzia per lo sciopero nei pubblici servizi essenziali, sia alla Presidenza del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato ed al Ministro degli Interni,” avvertendo che “le piccole imprese di gestione che conducono gli impianti di distribuzione carburanti continueranno a chiudere, non per una azione di protesta e/o di sciopero, ma per mancanza di liquidità che impedisce il regolare approvvigionamento e quindi per oggettiva impossibilità a continuare l’attività ed il servizio.”

“A questo punto, ha dichiarato il Presidente di Faib Autostrade Confesercenti, Tonino Lucchesi, il Governo nella sua massima responsabilità deve intervenire così come ha fatto per tutte le altre imprese, mettendo in campo le risorse necessarie a garantire la cassa integrazione per i dipendenti dei gestori e a stanziare le risorse per garantire h 24 il pubblico servizio lungo le tratte date in concessioni. Poi sarà il Governo a capire come, quando e in che modo recuperare le risorse dai concessionari. Certo noi non possiamo essere schiacciati dalla triangolazione tra concessionari e affidatari delle aree. Noi abbiamo posto un problema pubblico serio e concreto: le aree di servizio così come stanno le cose, con una riduzione dei rifornimenti del 90% non stanno in piedi, e, dunque, non hanno i soldi per pagare gli stipendi a fine mese. Per forza di cosa chiuderanno, una dopo l’altra, a meno di interventi immediati e mirati a favore dei gestori.”

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