Consiglio dei ministri: via libera a DL Semplificazioni e PNR

I contenuti dei provvedimenti approvati dal Governo

Nella notte tra il 6 e il 7 luglio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto DL Semplificazioni. “Il testo – spiega il governo in una nota – costituisce un intervento organico volto alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, all’eliminazione e alla velocizzazione di adempimenti burocratici, alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, al sostegno all’economia verde e all’attività di impresa”.

Nel dettaglio, il decreto interviene in quattro ambiti principali:
– semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia;
– semplificazioni procedimentali e responsabilità;
– misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale;
– semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy.

Nel capitolo riguardante le imprese, si prevedono: la semplificazione e la velocizzazione dei lavori sulle infrastrutture di rete per le comunicazioni elettroniche e la banda larga; l’aumento dell’importo di erogazione in un’unica soluzione della “Nuova Sabatini” (contributi alle imprese per il rimborso di prestiti destinati a investimenti in beni strumentali) e la semplificazione del medesimo incentivo per le imprese del Mezzogiorno; la semplificazione delle procedure per la cancellazione dal registro delle imprese e per lo scioglimento degli enti cooperativi; il rafforzamento del sistema di monitoraggio degli investimenti pubblici, la semplificazione delle attività del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e quella delle erogazioni dei contributi pubblici nel settore dell’agricoltura; la possibilità per le società per azioni quotate di prevedere aumenti di capitale in deroga rispetto alla disciplina del codice civile.

Durante il Consiglio dei ministri, il ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri, ha illustratolo schema del Programma Nazionale di Riforma 2020 (PNR). Il Piano delinea le politiche che il Governo intende adottare nel triennio 2021-23 per il rilancio della crescita, l’innovazione, la sostenibilità, l’inclusione sociale e la coesione territoriale, nel nuovo scenario determinato dal Coronavirus. Il documento traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che il Governo metterà a punto dopo l’adozione dello Strumento Europeo per la Ripresa (“Next Generation EU”).

Lo schema è costruito intorno a tre linee strategiche: modernizzazione del Paese; transizione ecologica; inclusione sociale e territoriale e parità di genere.

Per il perseguimento di questi obiettivi, il Governo intende fare leva su una serie di strumenti da dispiegare nel corso del prossimo triennio, tra i quali:

– il rilancio degli investimenti pubblici, con l’obiettivo di portarli stabilmente sopra il 3% del PIL, concentrandosi su diverse aree di intervento, tra cui: lo sviluppo delle reti di telecomunicazione e di trasporto, la green economy, la protezione dell’ambiente, l’attenuazione dei rischi idrogeologici e sismici; la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dell’istruzione;

– l’aumento delle spese per l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, puntando a incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l’istruzione di 0,4 punti percentuali di PIL nei prossimi tre anni;

– il rilancio degli investimenti privati, con diversi obiettivi: promuovere l’innovazione, favorire il consolidamento patrimoniale delle aziende, aumentare gli investimenti nell’economia reale, favorire la crescita dimensionale, incentivare il trasferimento o la riorganizzazione in Italia di attività svolte all’estero;

– interventi per il rilancio di importanti filiere e settori produttivi, come il settore sanitario, l’auto e la componentistica, il turismo e lo spettacolo, l’edilizia, la produzione di energia, la siderurgia;

– riforme volte a rafforzare la competitività dell’economia e a migliorare l’equità, l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. Tra queste: una amministrazione della giustizia più moderna e più efficiente; interventi sul sistema dell’istruzione, per una maggiore inclusione, più alti livelli di conseguimento educativo, e per ridurre il disallineamento fra le qualifiche richieste dalle imprese e quelle disponibili. Inoltre, una riforma tributaria che migliori l’equità e l’efficienza, riduca le aliquote effettive sui redditi da lavoro e aumenti la propensione delle imprese ad investire e a creare reddito e occupazione.

Il CdM ha dato via libera anche ai disegni di legge su “Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2019” e “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2020”.

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