Animali: Aisad Confesercenti, attenzione a norme su esotici, possibile effetto boomerang, rischio incremento abbandoni

“L’annunciato decreto per adeguare la normativa nazionale al regolamento Ue sulle malattie animali trasmissibili potrebbe avere un effetto boomerang: invece di mettere in sicurezza animali e persone, favorirebbe il mercato nero, incrementando non solo i rischi per la salute, ma anche quello di abbandono degli animali, assestando allo stesso tempo un duro colpo alle imprese del settore”. Così Virgilio Camillini, presidente Aisad Confesercenti, l’Associazione italiana imprese settore animali.

“Il regolamento europeo, infatti, proibisce l’importazione, la conservazione e il commercio di fauna selvatica, ma la legge italiana includerebbe anche i cosiddetti ‘esotici’. Una definizione che, a dispetto di quanto può sembrare, non si riferisce a tigri e pitoni: tra gli esotici ci sono infatti anche pesci, tartarughe e uccelli, da tempo entrati come animali da compagnia in molte case, ed utilizzati spesso anche per la pet-therapy. Questa inclusione potrebbe creare allarmi ingiustificati tra i proprietari, che potrebbero temere per la loro salute e scegliere di abbandonare gli animali, condannandoli a morte e rischiando di alterare gravemente gli ecosistemi naturali”.

“Il mio pensiero va anche – aggiunge il presidente Aisad – alle 5mila aziende del comparto, che vedrebbero una riduzione sostanziale degli ambiti di commercializzazione, a tutto a vantaggio del mercato nero, la cui espansione porterebbe certamente a reali rischi per la salute delle persone. Noi operatori, infatti, seguiamo dei rigidi protocolli di tracciabilità igienico sanitaria, facciamo continui corsi e teniamo gli animali nel modo migliore possibile nelle nostre strutture. Animali che spesso nascono in Italia, da allevamenti italiani, certificando ogni fase, dalla nascita alla consegna al proprietario”.

“Faccio, dunque, un appello al Governo affinché riveda la possibilità di introduzione di ulteriori misure restrittive al commercio di animali, – conclude Camillini – non solo per il nostro comparto, già in sofferenza dopo la pandemia, ma anche in tutela degli animali stessi e della salute umana”.

 

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