BCE: Confesercenti, aumento tassi interesse peso per le imprese, rischio maggiori costi per 9 miliardi in tre anni

Prezzi: inflazione energetica pesa su consumi e imprese Non è ancora tempo per dichiararsi fuori pericolo: il dato odierno dell’Istat, anticipatore dell’inflazione di aprile, evidenzia infatti che l’indice registra un aumento rispetto ad aprile dello scorso anno (8,3%) e superiore a quanto registrato a marzo (7,6%) ed il principale fattore alla base dell’incremento è, ancora una volta, l’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati. Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta in una nota. Non si deve, dunque, abbassare la guardia: l’inflazione per ora acquisita è pari al 5,4% mentre quella di fondo, al netto dei soli energetici, resta ferma al 6,4%. Livelli ancora preoccupanti, che prefigurano una nuova rilevante erosione del potere d’acquisto delle famiglie, che già hanno registrato 12 miliardi in meno lo scorso anno ed hanno portato a livelli mai visti (5%) la propensione al risparmio. “L’inflazione energetica - sottolinea Confesercenti - ha pesato e continua ad incidere sul potere d’acquisto delle famiglie e dunque sulla crescita dei consumi. In questo senso, il taglio del cuneo fiscale del Governo contenuto nel decreto lavoro è un intervento certamente positivo, volto a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e la nostra economia in una fase delicata. L’impatto positivo, però, rischia di essere fortemente ridotto da un ritorno all’aumento delle tariffe energetiche. Per questo, riteniamo opportuna e necessaria anche una misura di detassazione dei futuri aumenti contrattuali riferiti ai CCNL comparativamente più rappresentativi, per sostenere con più vigore i consumi e quindi, l’occupazione e la crescita del Paese: si genererebbero 2,9 miliardi di consumi aggiuntivi”.

L’aumento dei tassi di interesse annunciato dalla BCE rischia di pesare come un macigno sui conti delle imprese italiane, già provate da pandemia, inflazione e caro energia.

Così Confesercenti commenta la decisione della Banca Centrale Europa di rialzare i tassi di interesse dell’area Euro.

Secondo stime Confesercenti, l’aumento dei tassi, che come annunciato dalla presidente della BCE Christine Lagarde proseguirà anche nei prossimi mesi, significa per le nostre imprese subire un aggravio del costo dei finanziamenti di almeno 9 miliardi nel corso del prossimo triennio.

Queste cifre vanno ad aggravare ulteriormente il quadro attuale che vede una decisa frenata della ripresa dei consumi, con gravi conseguenze sulle prospettive di crescita del Paese. Tra caro-energia ed inflazione, infatti, nel 2022 le famiglie italiane sono state costrette a bruciare 41,5 miliardi dei propri risparmi per mantenere il proprio tenore di vita. E alla fine del 2023 il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi la capacità di spesa si ridurrebbe di 2.200 euro.

In questa fase così delicata, è indispensabile agire con politiche economiche espansive e di sostegno al potere d’acquisto e ai consumi. A partire ad esempio dalla detassazione degli aumenti retributivi e dalla diminuzione generale e consistente della pressione fiscale.

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