Bolkestein e minacce alla stampa, la lettera aperta di Anva Confesercenti

Gandolfi

ambulantiVi scrivo, con profonda preoccupazione, in seguito all’ennesimo episodio di violenza, per fortuna solo verbale, scaturito durante un comizio su Bolkestein e commercio su aree pubbliche e ripreso con grande evidenza dai media.
Il piccolo gruppo di esaltati che ieri ha rivolto minacce di morte alla stampa non ha alcuna relazione con noi e non rappresenta assolutamente il nostro mondo. Violenza e tentativi di intimidazione non appartengono agli ambulanti, e condanniamo senza riserve gesti di questo tipo.
Come Presidente di Anva, che rappresenta gli imprenditori del commercio su aree pubbliche da dopoguerra, posso assicurarlo: tra i nostri oltre 50mila soci non c’è spazio per chi vuole portare il confronto oltre i canali della democrazia e del rispetto delle leggi.
Non posso però fare a meno di notare con allarme l’intensificarsi, negli ultimi mesi, di episodi come quello di ieri. Un clima d’odio si sta accendendo intorno alla questione della cosiddetta direttiva Bolkestein e della sua applicazione al commercio su aree pubbliche. Un odio fomentato da teorie complottistiche e notizie false, diffuse soprattutto sui social media; ma che viene sostenuto anche da dichiarazioni che riteniamo fuorvianti e distorsive, rilasciate da alcuni rappresentanti di forze politiche e da sedicenti gruppi autorganizzati di rappresentanza, in cerca di riscontri elettorali e mediatici.
E’ ora di fare chiarezza.
Anva e le altre principali Associazioni di categoria hanno combattuto contro la Bolkestein fin dal 2009, prima che ne avvenisse il recepimento da parte del Governo Italiano. Abbiamo tentato in ogni modo, con gli strumenti a nostra disposizione, di escludere gli ambulanti dall’ambito di applicazione della normativa. Purtroppo, a più riprese e da esecutivi differenti, abbiamo ricevuto sempre la stessa risposta: l’esclusione non è possibile, la normativa europea non lo consente. Un giudizio finale espresso dalle stesse Autorità europee e recentemente riconfermato dal Governo. Era possibile, invece, lavorare per impedire che l’applicazione della Direttiva distruggesse il lavoro e la vita dei circa 200mila operatori del settore. E’ quello che abbiamo fatto: grazie a questo nostro impegno e alle nostre battaglie, portate avanti a partire dal 2009, che l’intesa Stato-Regioni del 2012, sancisce, di fatto, la tutela del posto di lavoro, anche con il nuovo regime normativo, per chi lavora direttamente sul posteggio.
Negli ultimi anni, però, un numero crescente di rappresentanti politici e di sedicenti organizzazioni non meglio indentificate, che appaiono esistere solo sui social media, ha rilasciato dichiarazioni o interviste che lasciano intendere, invece, che l’uscita dalla Bolkestein è invece non solo auspicabile, ma anche possibile. Accusando implicitamente le Associazioni di categoria che hanno siglato l’intesa Stato-Regioni di mentire, e scaricando su di essere la ‘colpa’ dell’esistenza stessa della direttiva europea.
Noi rispettiamo chi manifesta e cerchiamo di comprenderne le ragioni, ma non possiamo accettare che si dicano cose non vere e ci si lasci strumentalizzare da alcuni partiti che fanno della lotta contro la Bolkestein una speculazione politica. Un atteggiamento dietro cui, a mio avviso, si nascondono e si proteggono gli interessi di coloro che controllano molte concessioni, non sempre perfettamente regolari.
Il risultato è un populismo irresponsabile, che fa leva su teorie del complotto più o meno risibili – come quella secondo cui la stampa italiana, in realtà, sarebbe controllata dalle Associazioni degli ambulanti – ma che sta avendo un effetto destabilizzante su un settore già devastato dall’attesa. Gli anni di gestazione della Bolkestein hanno ingessato e dequalificato il settore.
Nell’incertezza di quello che sarebbe accaduto, le imprese si sono deprezzate e gli investimenti prosciugati. L’ultima cosa che ci serve è creare ulteriori incertezze per il futuro: non possiamo permetterci di perpetuare questa condizione che porterebbe il comparto alla totale marginalizzazione.
Spero che queste mie parole possano indurre tutti – forze politiche e media – a considerare l’opportunità di un confronto serio, e soprattutto trasparente, sulla complessa questione della Bolkestein. Un confronto che sgombri, una volta per tutte, il campo dalle mistificazioni e dalle bufale che avvelenano il clima: l’applicazione della Direttiva servizi non deve diventare un problema sociale.

Il Presidente Nazionale Anva
Maurizio Innocenti

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