Caro carburanti: Faib, gestori parte lesa, dati ministero ambiente confermano aumenti in linea con rialzo accise

Carburanti: Faib Confesercenti, "non sono i gestori a stabilire i prezzi. Contro il caro carburanti serve l'accisa mobile"

Il Presidente Faib Sperduto: “invece di alimentare polemiche, governo convochi tavolo di crisi per soluzioni strutturali”

 

“I dati del Ministero dell’Ambiente confermano che, nella prima settimana dell’anno, gli aumenti dei prezzi alla pompa sono stati in linea con l’incremento dovuto al ripristino delle accise. Di fronte a polemiche pretestuose e strumentali, alimentate da più parti, la Federazione dei benzinai di Confesercenti ha quindi deciso di rivolgere ai rappresentanti istituzionali, dal Ministro dell’Economia a quello delle infrastrutture, dal Ministro della Transizione Ecologica a quello delle Imprese e del Made in Italy, la richiesta di essere auditi e l’invito a convocare al più presto un tavolo di crisi con tutti i soggetti coinvolti. Quando c’è un problema lo si affronta con i protagonisti del settore e non con le polemiche e le accuse generiche che servono solo ad alzare polveroni per coprire responsabilità e finalità politiche diverse. I gestori carburanti in questa vicenda sono parte lesa: sia per il rincaro dei costi finanziari che per quelli gestionali delle transazioni elettroniche, che si mangiano un terzo del loro margine, sia come gestori perché con l’aumentare del prezzo diminuiscono gli erogati”.

Così Giuseppe Sperduto, Presidente di Faib, la Federazione dei gestori carburanti di Confesercenti.

“Quando in un mese – con il ripristino pieno delle accise – si aumenta il carburante di 30 centesimi al litro, riportando così la quota fiscale ai livelli record in Europa, in una fase economica della vita del Paese estremamente complicata, è difficile credere che ci fosse qualcuno che non si aspettasse contraccolpi sociali ed economici. Le Associazioni dei gestori lo denunciavano già da ottobre scorso, nel silenzio generale. Ora appare quantomeno una forzatura che qualcuno parli di speculazioni, senza ricordare che il primo a speculare fu il Governo precedente che scaricò sulle spalle dei gestori per 9 mesi il taglio di 30 centesimi sulle giacenze di carburante del 22 marzo 2022 senza prevedere alcun rimborso di quelle somme”.

“I gestori carburanti, come tutti sanno, non possono modificare i prezzi comunicati dalle compagnie e dai retisti, pena la rescissione dei contratti”, continua Sperduto. “Il loro margine è fissato, in forza dei contratti, non in percentuale ma in misura fissa, in ragione del venduto. Lo stesso meccanismo avviene in autostrada dove però la regolamentazione del settore si appesantisce e cambia radicalmente perché su ogni litro erogato deve aggiungersi il peso delle royalties a favore dei concessionari autostradali e un onere di gestione enormemente più costoso dovendo garantire servizi h24 e standard qualitativi più elevati”.

“In un quadro complessivo di crisi sistemica della distribuzione carburanti – prosegue il Presidente Faib – denunciare speculazioni delle gestioni, l’ultimo e il più debole anello della filiera, per scatenare una campagna di controlli vessatori, spesso di natura formale, viste le numerose incombenze amministrative che ricadono sulle nostre attività, fa un favore alle forze economiche e finanziarie che spingono verso l’ulteriore deregolamentazione, che ha di fatto permesso che l’illegalità si infiltrasse nel settore. Si abbia il coraggio – conclude Sperduto – di convocare un “Tavolo di Crisi” che affronti il problema della riorganizzazione della distribuzione energetica del Paese e verifichi la gigantesca evasione fiscale, che costa alle casse dello stato oltre 10 miliardi euro”.

 

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