Castelvolturno, Assicurezza: “Vigilanza privata non è guardiania”

Busà: “Prendiamo distanze da quanto accaduto contro i migranti”

“Vigilanza privata non è guardiania. Chi si è macchiato dell’infame gesto avvenuto a Castelvolturno nei giorni scorsi non rappresenta certo le imprese e i lavoratori del settore di vigilanza privata”. Assicurezza Confesercenti prende le distanze da quanto accaduto nei giorni scorsi nella cittadina campana, già nota alla cronaca quando nel 2008, il clan dei casalesi fece strage di sei immigrati per il controllo dello spaccio di droga. Ad innescare la rivolta, secondo quanto riportato, il tentato omicidio a opera di due persone definite come appartenenti alla vigilanza privata, anche se non dipendono da nessun Istituto di vigilanza e sono legati a pseudosocietà di servizi di guardiania e portierato senza alcun titolo prefettizio e soprattutto senza il permesso di portare armi.

“E’ necessario – spiega Lino Busà, direttore di Assicurezza – fare una distinzione tra la vigilanza privata, costituita da imprenditori e lavoratori seri, dalle tante realtà  abusive, che svolgono servizi delicati senza alcuna autorizzazione e sono spesso legate alle organizzazioni criminali dei territori. Da tempo chiediamo controlli seri da parte della autorità preposte per estirpare il fenomeno dell’abusivismo, particolarmente grave in un settore sensibile come la vigilanza privata”.

 

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