Centri storici: Vivoli, ok regolamentazione apertura attività ma evitare eccessi burocratici

“La tutela del patrimonio artistico non è in contraddizione con l’attività economica”

 

“Dare più poteri ai sindaci per regolamentare le aperture di attività commerciali nei centri storici potrebbe avere un effetto positivo sulla selezione e la composizione del tessuto commerciale urbano, ma solo se verranno evitati eccessi burocratici, che potrebbero invece accelerare la scomparsa di negozi, botteghe e mercati storici dalle nostre città”.

Così il Presidente di Confesercenti Massimo Vivoli commenta le nuove norme che consentiranno ai comuni di individuare zone di particolare pregio nelle quali vietare l’apertura di alcuni tipi di attività, di cui il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini – in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera -ha annunciato l’arrivo entro un mese.

“Il problema giustamente segnalato dal Ministro, che cita l’omologazione dei nostri centri storici dovuta alla sparizione di negozi di vicinato, è purtroppo esteso a tutta l’Italia: da molto tempo, ormai, segnaliamo il concreto rischio generale di desertificazione delle attività commerciali indipendenti, siano queste in provincia, periferia o centri storici. Anche quest’estate negozi e botteghe hanno continuato a chiudere in tutto il Paese: tra luglio e agosto hanno abbassato la saracinesca oltre 5mila imprese, al ritmo di oltre 80 chiusure al giorno. Un processo che si è avviato con la crisi dei consumi, ma che è stato accelerato dall’eccesso di liberalizzazioni”.

“E’ quindi un fatto positivo – conclude Vivoli – che l’attuale esecutivo prenda atto della necessità di fare un passo indietro e di calibrare gli effetti delle liberalizzazioni sul commercio, anche se solo in relazione ai centri storici. Dobbiamo però lavorare, come abbiamo per altro sottolineato in audizione, affinché l’intervento in arrivo sia equilibrato e non crei una contraddizione inesistente tra tutela del patrimonio artistico e svolgimento delle attività economiche nelle città, trascurando le esigenze di concertazione con i soggetti pubblici ed economici del territorio. Serve anche più impegno nel contrasto all’abusivismo, responsabile principale del degrado del tessuto commerciale delle nostre città”.

 

Roma, 6 ottobre 2016

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