Cibi sintetici: Erasmi, Presidente Fiesa Confesercenti, “Bene decisione del governo di volerli vietare”

Carne

Luigi Frascà, presidente Assomacellai Confesercenti: la speculazione finanziaria e interessi internazionali dietro la spinta alla carne coltivata in laboratorio

“L’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del Disegno di legge che vieta la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici rappresenta un deciso passo in avanti verso la tutela del buon cibo italiano, delle nostre tradizioni enogastronomiche e delle eccellenze produttive”.

Così il Presidente Fiesa Confesercenti Daniele Erasmi.

“Le supposte ragioni che spingono la ricerca di cibi alternativi a quelli naturali”, spiega Erasmi, “come il contrasto alla fame nel mondo o ai fenomeni climalteranti, non possono collidere con la necessaria tutela del patrimonio storico, culturale agroalimentare italiano, da tutti riconosciuto come di altissimo valore. Per il nostro paese, culla della dieta mediterranea e dei prodotti a denominazione protetta e controllata, è una deriva inaccettabile”.

“La decisione di procedere rapidamente all’emanazione di un disegno di legge per disporre il divieto di produzione e di immissione sul mercato di carne e mangimi sintetici – dice Luigi Frascà, Presidente Assomacellai Confesercenti – fa capire la necessità e l’urgenza di un intervento per fermare un processo che mira a stravolgere il consumo alimentare nel mondo e che metterebbe a rischio il patrimonio agroalimentare italiano. È necessario che il nostro Paese si doti di norme severe per tutelare la ricchezza della nostra zootecnia e di tutta filiera della carne italiana. È una valutazione che porteremo anche all’Organismo interprofessionale della carne bovina, che raggruppa le principali organizzazioni della filiera”.

“Non si può alterare l’equilibrio della natura e del ciclo della vita in nome di un neo-illuminismo scientifico e della tutela ambientale, dietro cui si nascondono interessi speculativi di grandi investitori e fondi internazionali, che vogliono mettere le mani sul mercato mondiale della carne che è il comparto su cui, più di altri, si sta investendo in ricerca, senza peraltro avere, al momento, alcuna certezza sugli effetti che il consumo di carne coltivata in laboratorio potrebbe generare sulla salute umana”.

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