Commercio: Business Improvement District, l’approfondimento Ancestor Confesercenti

 

Bussoni: “desertificazione avanza, in Italia molti piccoli comuni ormai completamente senza servizi”.

Bollettinari: “Urgente rilanciare la centralità del commercio urbano”.

 

Conoscere meglio le modalità di funzionamento dei Bid per valutare opportunità e criticità di una loro introduzione anche in Italia, come argine alla desertificazione commerciale dei centri storici e strumento di sviluppo urbano. E’ questo il tema oggetto della giornata di approfondimento organizzata dall’Associazione Nazionale centri storici della Confesercenti (Ancestor), oggi a Roma. Alla discussione hanno preso parte il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni, l’architetto Elena Franco di TMC Italia, il Responsabile dell’Ufficio Legislativo di Confesercenti Giuseppe Dell’Aquila ed il Coordinatore nazionale dell’Ancestor Stefano Bollettinari.

I Bid, o Business Improvement District, rappresentano un efficace sistema di gestione e sviluppo di aree urbane e del commercio, diffuso da anni soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. Nei Paesi dove è stata introdotta, questa modalità di gestione ha portato progressivamente ad un aumento della capacità di attrazione del commercio urbano e si connota non solo come una centralizzazione delle attività di marketing ma anche come organizzazione comune di una serie di servizi da erogare nelle aree urbane interessate. Anche in Italia, dove si assiste da anni alla perdita di attrattività dei centri storici, è necessario pensare a un modello di gestione coordinata dei centri urbani come quella dei Business Improvement District, che rappresenterebbe un grande passo avanti rispetto agli attuali e seppur validi “Centri commerciali naturali” perché darebbe maggiore certezza e continuità nel reperimento delle risorse economiche e garantirebbe una più forte “regia” delle attività di valorizzazione dei centri urbani.

“Il commercio urbano italiano è in una situazione preoccupante”, sottolinea il Segretario Bussoni nel suo intervento. “La desertificazione di attività commerciali continua ad avanzare senza sosta: negli ultimi 25 anni abbiamo perso un quarto dei negozi, per la maggior parte nei centri storici, progressivamente sostituiti da ristoranti – che invece nel periodo sono quadruplicati – e da attività commerciali gestite da stranieri. Queste ultime sono tra le poche imprese del settore che continuano ad aumentare, anche se il contributo che danno alla ricostituzione del tessuto commerciale urbano è poco o nullo, visto che per la maggior parte si tratta di ‘attività mordi e fuggi’, dal ciclo di vita brevissimo. Il risultato è che già oggi ci sono molti comuni al di sotto dei 5mila abitanti totalmente desertificati, privi dei servizi commerciali di base”

“Se declinati in maniera adeguata alla situazione italiana, i Bid potrebbero essere uno strumento efficace, da valutare con attenzione”, spiega Stefano Bollettinari.  “Al di là del modello specifico, resta comunque l’esigenza di intervenire con urgenza per rafforzare l’associazionismo e rilanciare la centralità del commercio urbano. Vista anche la sempre maggiore frequenza, pure in Italia, di fenomeni di desertificazione commerciale di aree urbane e dell’aumento dei negozi sfitti o che chiudono per sempre, mentre i centri commerciali delle periferie diventano sempre più grandi ed aggressivi”.

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