Commercio, Istat: “Vendite al dettaglio ferme a novembre”

Confesercenti: Italia unico tra i ‘Big Five’ della Ue a non ripartire. Nel 2013 per commercio e turismo ancora saldo negativo (-22.616 unità)

Vendite al dettaglio ferme a novembre. L’indice calcolato dall’Istat registra una variazione nulla su base congiunturale per un incremento dello 0,1% su base tendenziale.
Nella media del trimestre settembre-novembre si ha una flessione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con ottobre 2013, le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,2 per cento, quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dello 0,1%. Il marginale aumento su base annua e’ invece sintesi di un incremento dell’1,5% registrato per le vendite di prodotti alimentari e di una flessione dello 0,6% di quelle di prodotti non alimentari. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con novembre 2012, una variazione positiva per la grande distribuzione (+2,6%) e una diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-2,0%).
Nel confronto con i primi undici mesi del 2012, nel periodo gennaio-novembre 2013 le vendite segnano una diminuzione del 2,1%, sintesi di una flessione dell’1,0% delle vendite di prodotti alimentari e di una flessione del 2,7% delle vendite di prodotti non alimentari. (AGI) .

Vendite al dettaglio, Italia unico tra i ‘Big Five’ della Ue a non ripartire. Osservatorio Confesercenti: “Nel 2013 per commercio e turismo ancora saldo negativo (-22.616 unità)”. Continua la crisi del dettaglio moda: bilancio finale in profondo rosso, 11.510 imprese chiuse”. Cresce il commercio fuori dai negozi: saldi positivi per eCommerce (+530) e dettaglio su area pubblica (+3.334)

Da gennaio a dicembre 2013 hanno cessato l’attività 83.735 imprese nei settori del commercio, dell’alloggio e della somministrazione, per un saldo finale negativo di 22.616 aziende perdute per sempre. Un’emorragia conseguente al prolungarsi della crisi del mercato interno e confermata dai dati Istat sulle vendite, che registrano un calo del 2,1% sull’anno: siamo l’unico Paese tra i cosiddetti ‘Big Five’ europei (Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna) a non ripartire. Tra le imprese, cresce solo il commercio fuori dai negozi: gli ambulanti mettono a segno un saldo positivo di 3.334 unità, mentre la base imprenditoriale di imprese attive nel commercio via internet aumenta di 530 aziende.

Tab.1 Saldo aperture-chiusure commercio e turismo per tipologia, periodo gennaio-dicembre 2013

SETTORE PER TIPOLOGIA

APERTURE

CHIUSURE

SALDO

 
Commercio al dettaglio in sede fissa*

27.443

46.061

-18.618

Commercio al dettaglio su area pubblica

13.003

9.669

3.334

Commercio via internet

2.229

1.699

530

Alloggio e somministrazione

18.842

26.306

-7.464

TOTALE

61.517

83.735

-22.616

Fonte: Osservatorio Confesercenti *escluso commercio al dettaglio di automobili.

 

Da segnalare, a parte, l’altissimo tasso di rotazione tra aperture e chiusure registrato dalle imprese che operano come intermediari del commercio: durante i dodici mesi del 2013 sono state 18.149 ad avviare l’attività, contro 18.041 cessazioni per un saldo sostanzialmente stabile (+108).

 

 “I saldi positivi rilevati nell’intermediazione commerciale, nel commercio su area pubblica e attraverso internet – spiega Massimo Vivoli, vice presidente vicario di Confesercenti – confermano il ruolo di shock absorber della disoccupazione ricoperto dai tre settori. Che, necessitando di investimenti minori per avviare un’attività, hanno visto crescere il numero di aperture, probabilmente ad opera di persone rimaste fuori, causa crisi, dal lavoro autonomo o dipendente. L’alto numero di chiusure registrato, però, dimostra quanto sia complicata la vita degli imprenditori debuttanti, soprattutto se non hanno potuto beneficiare di adeguata formazione, in particolare in un mercato così asfittico come quello interno italiano. I dati di novembre 2013 dell’Istat sulle vendite al dettaglio parlano chiaro: -2,1% nei primi undici mesi dell’anno, variazione nulla (+0,0) rispetto ad ottobre. Siamo l’unico Paese tra i cosiddetti ‘Big Five’ d’Europa ad essere fermi sul fronte della domanda interna”.

Tab.2 Big Five – Var. mensili vendite al dettaglio novembre 2013/ottobre 2013

Paese

Var. %

(Novembre 2013 su

Ottobre 2013)

Germania

+1,5%

Francia

+2,1%

Regno Unito

+0,3%

Italia

0,0%

Spagna

+1,9%

Fonte: Eurostat e Istat

Settori merceologici: continua la crisi di moda e rivendite giornali. Male anche i gestori carburanti

La crisi investe quasi tutti i settori merceologici. Diminuiscono fortemente le imprese attive nel dettaglio moda e tessile, che vedono 11.510 chiusure, con un bilancio in perdita di 5.994 unità. In particolare, si segnalano i saldi negativi tra gennaio e dicembre delle imprese attive nel commercio carburanti (-1.180), per quelle del commercio di giornali, riviste e periodici (-696), e anche per il dettaglio carni e ortofrutta (rispettivamente -780 e -146 unità).

Tab.3 COMMERCIO: Saldo aperture-chiusure per alcuni settori merceologici, periodo gennaio-dicembre 2013

SETTORE MERCEOLOGICO

APERTURE

CHIUSURE

SALDO

 
Moda e tessile

5.516

11.510

-5.994

Commercio carburanti

549

1.729

-1.180

Giornali, riviste e periodici

790

1.486

-696

Dettaglio carni

978

1.758

-780

Dettagli ortofrutta

1.378

1.524

-146

Fonte: Osservatorio Confesercenti

Per quanto riguarda alloggio e somministrazione, invece, a soffrire di più sono le imprese attive nella ristorazione, che hanno registrato oltre mille chiusure al mese durante l’anno, per un saldo finale negativo di 3.586 unità. Un risultato di poco peggiore di quello delle imprese attive nel servizio bar (-2.995). Giù anche l’alloggio (-690).

Tab.4 ALLOGGIO E SOMMINISTRAZIONE: Saldo aperture-chiusure per alcuni settori merceologici, periodo gennaio-dicembre 2013

SETTORE MERCEOLOGICO

APERTURE

CHIUSURE

SALDO

 
Servizio bar

8.730

11.725

-2.995

Ristorazione

8.874

12.460

-3.586

Alloggio

1.118

1.808

-690

Fonte: Osservatorio Confesercenti

COMMERCIO, LE REGIONI: SICILIA MAGLIA NERA (-2.297 IMPRESE), SEGUONO CAMPANIA E LAZIO

Per quanto riguarda il saldo aperture/chiusure di imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, la Sicilia registra il risultato peggiore, con la sparizione di 2.297 attività tra gennaio e dicembre. Al secondo posto si classifica invece la Campania (saldo di -2.099 imprese), seguita dal Lazio (-1.863).

Tab. 5 COMMERCIO, aperture chiusure per regione, periodo gennaio-dicembre 2013

REGIONE

APERTURE

CHIUSURE

SALDO

PIEMONTE

1.516

3.142

-1.626

VALLE D’AOSTA

52

72

-20

LOMBARDIA

3.209

5.016

-1.807

TRENTINO-ALTO ADIGE

229

404

-175

VENETO

1.531

2.521

-990

FRIULI-VENEZIA GIULIA

343

676

-333

LIGURIA

729

1.451

-722

EMILIA-ROMAGNA

1.744

2.905

-1.161

TOSCANA

1.559

2.890

-1.331

UMBRIA

349

643

-294

MARCHE

558

1.076

-518

LAZIO

2.866

4.729

-1.863

ABRUZZO

603

1.069

-466

MOLISE

171

262

-91

CAMPANIA

4.790

6.889

-2.099

PUGLIA

2.648

4.060

-1.412

BASILICATA

330

565

-235

CALABRIA

1.247

1.823

-576

SICILIA

2.266

4.563

-2.297

SARDEGNA

703

1.305

-602

Totale ITALIA

27.443

46.061

-18.618

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

TURISMO, LE REGIONI: IN LOMBARDIA IL SALDO PEGGIORE (-752)

Se l’emorragia di imprese del commercio al dettaglio in sede fissa sembra essersi concentrata più sulle regioni meridionali, nell’alloggio e somministrazione la situazione è inversa. A registrare il saldo peggiore è infatti la Lombardia (-752 imprese), seguita da Emilia Romagna (-728) e Piemonte (-712).

Tab. 6 ALLOGGIO E SOMMINISTRAZIONE, aperture chiusure per regione, periodo gennaio-dicembre 2013

Regione

Aperture

Chiusure

Saldo

PIEMONTE

1.469

2.181

-712

VALLE D’AOSTA

71

83

-12

LOMBARDIA

3.290

4.042

-752

TRENTINO-ALTO ADIGE

383

592

-209

VENETO

1.485

2.055

-570

FRIULI-VENEZIA GIULIA

400

598

-198

LIGURIA

640

946

-306

EMILIA-ROMAGNA

1.600

2.328

-728

TOSCANA

1.321

1.908

-587

UMBRIA

195

323

-128

MARCHE

469

711

-242

LAZIO

1.584

2.248

-664

ABRUZZO

481

754

-273

MOLISE

114

151

-37

CAMPANIA

1.894

2.369

-475

PUGLIA

1.272

1.717

-445

BASILICATA

176

223

-47

CALABRIA

704

859

-155

SICILIA

815

1.496

-681

SARDEGNA

479

722

-243

Totale ITALIA

18.842

26.306

-7.464

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

 

 

 

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