Confesercenti Veneto: Effetto Smart Working e chiusura scuole

Veneto

Il Presidente Rossi: “Occorre un giusto equilibrio tra lavoro agile e lavoro in ufficio per tornare ad avere corretto rapporto tra servizi e cittadini”

Diminuiscono consumi bar, mense, ristoranti, tabaccherie, edicole, cartolerie, librerie ed abbigliamento ed alloggi.

Mancano all’appello i consumi di quasi 30mila lavoratori che si alternano quotidianamente in lavoro leggero . Diminuzione che si aggiunge al crollo del turismo e alla mancanza dei 60mila universitari, nonché dei 62mila studenti delle medie superiori in provincia quasi metà dei quali in città.

Ogni giorno gli esercizi commerciali e di somministrazione perdono oltre 400mila euro di cui 300mila per la sola città.

Mancano almeno 400mila euro ogni giorno nelle casse di negozianti, baristi, ristoratori nella provincia di Padova a seguito dell’incremento dei lavoratori in Smart working.

Senza conteggiare le perdite negli alloggi a causa del mancato lavoro nelle aziende padovane per consulenti e professionisti che operavano in distacco.

Secondo le principali società di ricerca in questo dopo lockdown il lavoro a casa è aumentato del 500 per cento passando a livello nazionale da 600 mila a 3.000.000 di unità. Fenomeno destinato a crescere, sempre secondo queste società.

In provincia di Padova il fenomeno ha portato ad avere quasi 30mila unità lavorative che operano in questa forma di lavoro.

I dati positivi si vedono con una consistente diminuzione del traffico (anche se soprattutto per la chiusura delle scuole), minore inquinamento ,risparmio nel trasporto pubblico, minori costi nelle aziende compensato però da un incremento dei costi di del 32% di luce e gas per le famiglie negli ultimi mesi.

I dati negativi si vedono nei bar (il 67% dei lavoratori fa colazione nei bar, il 75% pranza in ristoranti tavole calde ,bar e simili) un altro 80% acquista quotidianamente prodotti dolciumi, cancelleria oggettistica nei negozi o riviste nelle edicole una percentuale (non superiore al 20%) ne approfitta per fare acquisti nei negozi di abbigliamento librerie ecc.) ci rimettono anche i benzinai che vedono ridotte le opportunità di lavaggio auto e piccole riparazioni ai veicoli.

Si tratta di una spesa media di quasi 20 euro giornalieri da parte di ogni singolo lavoratore ( in parte coperto da buoni pasto) che oggi mancano quotidianamente nelle casse di una buona parte dei 1600 tra ristoratori e baristi della città ma anche tra le centinaia di piccoli negozi di città e provincia.

Probabilmente ha ragione il sindaco di Milano, dichiara NICOLA ROSSI, lo Smart working permette di sviluppare sistemi innovativi di lavoro e produzione, può dare delle risposte positive nella competitività aziendale ma corriamo il rischio di ridurre il valore complessivo del PIL ,di svuotare le città e di trasferire funzioni produttive in aree urbane destinate a residenziale con conseguenti problematiche infrastrutturali.

Non si tratta di un appello a tornare a lavorare in ufficio, continua Rossi, ma occorre ricercare un giusto equilibrio tra lavoro agile e lavoro in ufficio, soprattutto perché finito il lockdown c’è bisogno di ritornare ad un corretto rapporto tra servizi e cittadini.

 

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