Conti pubblici: Ue, per Italia niente procedura. Ma “squilibri macroeconomici eccessivi”

Palazzo-UEGli squilibri macroeconomici dell’Italia restano “eccessivi” come quelli di Bulgaria, Croazia, Francia e Portogallo, ma per nessuno di essi scatta una procedura con richiesta di correzione.

Lo scrive la Commissione Ue nei ‘giudizi’ sugli squilibri.  Altri 7 Paesi hanno squilibri non eccessivi, e sono Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia, Finlandia e Svezia. Sei Paesi (Belgio, Estonia, Ungheria, Austria, Romania e Regno Unito) non hanno squilibri.

In Italia si è agito politicamente  “per riformare il mercato del lavoro, affrontare il problema dei crediti deteriorati, la Pubblica Amministrazione, giustizia ed  educazione. Restano lacune nelle privatizzazioni, nella struttura  della contrattazione collettiva, nella spending review, nelle misure per l’apertura dei mercati, nella tassazione e nella lotta alla corruzione“.

“L’elevato debito pubblico e le protratte dinamiche di debole produttività implicano rischi guardando avanti, con rilevanza  transfrontaliera. Malgrado la moderata crescita dei salari in Italia la competitività resta debole, poiché le dinamiche della competitività sono andate deteriorandosi, cosa che limita gli aggiustamenti dei costi di lavoro unitari”, aggiunge la Commissione.

“La lenta risoluzione del problema dei crediti deteriorati – continua – pesa sui bilanci delle banche; la disoccupazione  elevata grava sulle prospettive di crescita. La riduzione del debito pubblico richiederebbe avanzi primari più elevati e una sostenuta crescita nominale guardando avanti”.

Neanche stavolta, però, scatterà la procedura formale che la costringerebbe a misure immediate dettate dalla Ue. Ciò non significa che Bruxelles sia disposta a chiudere un occhio sul debito troppo elevato. Oggi, infatti, invierà all’Italia e ad altri Paesi con i conti a rischio delle lettere di ‘avvertimento anticipato’, per ricordare loro di rispettare il percorso di aggiustamento concordato.

“Credo che tutti i paesi abbiano degli squilibri rispetto agli obiettivi di Maastricht e alle regole più o meno giustamente introdotte dopo, come il fiscal compact e le brillanti intuizioni votate dalla maggioranza del parlamento italiano. Ma l’Italia è in linea”, ha sottolineato il premier, Matteo Renzi, da Venezia, in occasione del vertice Italia-Francia, ribadendo che “l’Italia non avrà nessuna difficoltà a mantenere gli obiettivi che si è data perché la fase dell’Italia che non rispetta i propri compiti è finita”. Proprio per questo, non ci sarà bisogno di nessuna manovra correttiva: se c’è chi ha sostenuto che “l’Italia avrebbe avuto necessità di una manovra correttiva”, ha detto Renzi, “sono felice di poter smentire questi commentatori, anche autorevoli, che si trovano ora a fare i conti con la realtà”.

Sulla stessa linea anche il titolare del Tesoro, per il quale “non mi sembra che ci chiedano qualcosa in più”, dice il ministro Pier Carlo Padoan, fiducioso che la trattativa in corso con l’Ue porterà al via libera alla flessibilità.

Nei suoi giudizi definitivi sugli squilibri delle economie dei 28 Paesi europei, la Commissione non risparmia nemmeno la Germania, messa di nuovo sotto accusa – ma non pesante – per il surplus elevato e i pochi investimenti, che potrebbero avere ricadute anche sugli altri partner Ue.

“Eccessivi” sono invece quelli di Italia, Bulgaria, Croazia, Francia e Portogallo, che si trovano nella categoria dei ‘peggiori’ della classe, per i quali proseguirà il monitoraggio stretto, senza procedura.

Ma bisogna stare vigili, avverte il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, perché una procedura formale può scattare in qualunque momento dell’anno. E la Commissione, che vigila e sprona gli Stati a correggere da soli gli squilibri, guarderà con attenzione ai piani nazionali di riforma che devono arrivare tra aprile e maggio, per verificare che contengano le misure utili ad affrontare alto debito, bassa competitività, sofferenze bancarie, disoccupazione, cioè gli squilibri segnalati per l’Italia.

Inoltre, oggi arriverà l’ormai nota lettera, con cui Bruxelles intende “dare agli Stati membri un avvertimento anticipato‘”, ha detto Dombrovskis. Si chiederà di correggere il debito e il deficit, e di usare la flessibilità per fare davvero riforme e investimenti e non per coprire invece altre voci di spesa. E’ il modo con cui la Commissione esercita il suo “monitoraggio light” sugli Stati che rischiano di deviare dagli obiettivi, per evitare di dover aprire procedure formali. Come quella che l’Italia rischia perché viola la ‘regola del debito’.

“I conti italiani non sono al sicuro, sono allo strasicuro, non c’è bisogno di nessuna manovra”, aveva già detto il premier Renzi. “Stiamo dialogando molto bene con la Commissione a livello tecnico e politico”, ha aggiunto, dicendosi “convinto del via libera alla flessibilità a maggio”. Anche se, ammette,”finché non c’è non si può dire che abbiamo concluso la conversazione”. E’ però sicuro del cammino intrapreso, perché la strategia del Governo “sta dando frutti”. E per eventuali altri interventi, cioè correzioni ‘in corsa’, rimanda al Def.

 

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