Conti Pubblici, Visco: “Per ridurre il debito puntare su crescita, no a maxi-manovre”

Il Governatore di Bankitalia: “Non siamo in deflazione, ma tenere alta attenzione sui prezzi”

Per ridurre l’alto debito pubblico dell’Italia “a differenza di quanto sostenuto da alcuni commentatori, non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all’anno, non sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio”, ha detto Visco nel corso della lectio magistralis all’Almo Collegio Borromeo di Pavia.

Anche se la regola sul debito prevede alcuni margini di flessibilità – aggiunge il banchiere centrale – e’ comunque sulla crescita reale dell’economia, quindi sulla ripresa degli investimenti, al tempo stesso fattore di offerta e componente fondamentale della domanda, che bisogna puntare”.

Nel sottolineare che “gli accordi raggiunti nel corso dell’ultimo biennio hanno reso operativi gli impegni di bilancio presi in passato”, Visco ha spiegato che “la regola sul debito pubblico, che sarà applicata all’Italia per la prima volta nel 2016, richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60 per cento”. Per rispettarla, ha proseguito, “non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita ‘normale’, vicina al 3 per cento nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio”.

Sulla questione dell’inflazione, il Governatore ha negato i rischi di deflazione, ma ha sottolineato che “occorre mantenere alta la guardia sulla stabilità dei prezzi”, ricordando come ”l’inflazione continua a situarsi al di sotto del livello compatibile con la definizione di stabilità dei prezzi adottata dalla Bce”.

La definizione di stabilità dei prezzi adottata dall’Eurotower consiste in una variazione annua dei prezzi inferiore ma prossima al 2 per cento su un orizzonte di medio periodo. ”In effetti, negli ultimi mesi – spiega Visco – l’inflazione al consumo nell’area dell’euro e in Italia e’ scesa in misura sistematicamente superiore alle aspettative; dallo scorso ottobre si colloca al di sotto dell’1 per cento. Secondo le recenti previsioni della Bce, essa sarebbe pari all’1 per cento nella media di quest’anno, all’1,3 nel 2015 e all’1,5 nel 2016. Le nostre previsioni delineano un quadro simile anche per l’evoluzione dei prezzi al consumo in Italia”, sottolinea.

Non siamo in una situazione di deflazione, ”ma – avverte il Governatore -anche un lungo periodo di variazioni dei prezzi troppo contenute puo’ comportare conseguenze indesiderabili: ostacolando la correzione degli squilibri macroeconomici attraverso l’aggiustamento dei prezzi relativi; spingendo i consumatori a rimandare gli acquisti, soprattutto di beni durevoli; riflettendosi sul costo d’uso del capitale e scoraggiandone quindi l’accumulazione; rendendo piu’ oneroso il servizio del debito. Esso, inoltre, se eccessivamente prolungato, puo’ indurre un pericoloso distacco delle aspettative di inflazione dall’obiettivo delle autorita’ di politica monetaria”, osserva.

“Il rischio che le aspettative di inflazione a lungo termine perdano il riferimento alla stabilita’ dei prezzi va contrastato con determinazione. E’ un rischio per ora contenuto, ma vi sono segnali che ”La tendenza alla diminuzione delle aspettative di inflazione si e’ rafforzata nei mesi recenti, estendendosi anche a orizzonti meno vicini: i rendimenti sui contratti swap sul tasso d’inflazione segnalano che l’attesa sull’inflazione a un anno tra tre anni e’ pari all’1,2 per cento; all’1,6 tra cinque anni”, segnala ancora Visco, che ricorda come nell’indagine condotta dalla Bce i previsori professionali valutano in quasi il 20 per cento la probabilita’ che tra due anni l’inflazione si collochi su

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un livello pari o inferiore allo 0,9 per cento.

“La formazione delle aspettative segue processi non lineari; cambiamenti rilevanti possono materializzarsi rapidamente, senza quasi preavviso, rendendo a quel punto piu’ difficile riacquistarne il controllo”, afferma il Governatore.

“In questo contesto, il Consiglio direttivo della Bce ha riaffermato l’intenzione di mantenere condizioni monetarie accomodanti per tutto il tempo necessario e ha ribadito con fermezza che i tassi ufficiali rimarranno su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un periodo prolungato. In linea con il proprio mandato, il Consiglio utilizzerà tutti gli strumenti necessari per mantenere la stabilità dei prezzi”, conclude.

 

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