Contraffazione: in Italia i falsi sono costati 88 mila posti di lavoro

E’ quanto emerge da una relazione dell’Euipo, l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale

La contraffazione costa cara all’Italia: 88 mila posti di lavoro persi, mancato gettito fiscale dal commercio al dettaglio e all’ingrosso per 4,3 miliardi di euro (solo nel 2016) e mancato pagamento di diritti di proprietà intellettuale ai legittimi titolari italiani per altri 6 miliardi. Cui vanno aggiunte minori entrate statali per 10,3 miliardi di euro.

Secondo la relazione “Tendenze del commercio di merci contraffatte e usurpative” dell’Euipo, l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, il numero di posti di lavoro persi è pari al 2,1% di quelli dei settori direttamente interessati dalla contraffazione.

Complessivamente, il commercio di prodotti contraffatti e piratati ha comportato una riduzione delle entrate pubbliche italiane equivalente del 3,2% delle gettito fiscale, ovvero lo 0,62% del prodotto interno lordo italiano.

L’Italia, con il 15% del valore complessivo delle merci sequestrate, è il terzo Paese colpito dalla contraffazione, dopo gli Stati (24%) e Francia (16,6%).

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