Crisi, Letta: “no a nuove tasse, sì a tagli di spesa”

ENRICO-LETTA-e1379597761562

Con governo già meno 3 miliardi di imposte

“Non vogliamo nuove tasse e vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro della Legge di stabilità per il 2014”. Queste le parole del presidente del Consiglio Enrico Letta al Senato. “Questi 5 mesi di governo – ha aggiunto – hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii”.

Letta, il discorso della fiducia: testo integrale

Governo, Rete Imprese Italia: “Bene la fiducia. Ora al lavoro sui problemi del Paese”

Rete Imprese Italia esprime soddisfazione per la fiducia ottenuta al Senato dal Governo guidato da Enrico Letta. “Questo voto – ha affermato Ivan Malavasi, presidente di Rete Imprese Italia – raccoglie il nostro appello alla stabilità e alla governabilità”. “Un Governo forte, coeso e autorevole è la condizione fondamentale – ha proseguito Malavasi – per definire, insieme ai nostri partner di Bruxelles, una nuova politica europea rivolta alla crescita”. “Da oggi in avanti l’agenda di governo –  ha concluso Malavasi – dovrà essere finalizzata alle misure dedicate al sostegno delle imprese, dell’occupazione e delle famiglie”.

 

Confesercenti: “La spesa pubblica va aggredita, insieme ad una pressione fiscale insostenibile”

“No a nuove tasse e contenimento della spesa pubblica. Con questi obiettivi il presidente del Consiglio Letta muove passi decisi verso quelle richieste di buon senso arrivate da più parti, con Confesercenti in prima linea.
Una prima linea scomoda – afferma l’organizzazione in una nota – perché le resistenze al cambiamento sono forti, soprattutto sulla spesa pubblica, troppo spesso utilizzata come strumento di scambio politico e di abusi, piuttosto che come opportunità per migliorare le condizioni di vita degli italiani.
Al Governo ed al Parlamento – conclude la nota – chiediamo di affrontare questo nodo insieme a quello di una pressione fiscale ormai insostenibile. Ci vuole coraggio perché gli aggiustamenti, i ritocchi, le razionalizzazioni non bastano più. La spesa pubblica va aggredita, perché gli sprechi sono enormi e perché la stessa articolazione istituzionale del Paese è fatta su misura delle convenienze politiche, piuttosto che sulle necessità degli italiani”.

 

Condividi