Dl Imprese: ok definitivo della Camera, è legge

Slitta al 16 maggio 2022 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa; arriva la procedura di composizione negoziata della crisi

Via libera dall’aula della Camera alla conversione in legge del decreto sulle crisi d’impresa e il risanamento aziendale. Il provvedimento, già approvato dal Senato, adesso è legge. I voti a favore sono stati 341, gli astenuti 38 e nessun contrario.

Slitta al 16 maggio 2022 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa, ad eccezione delle disposizioni di cui al Titolo II della parte I concernenti le procedure di allerta e la composizione assistita della crisi innanzi all’Organismo di composizione della crisi d’impresa per le quali l’entrata in vigore è fissata al 31 dicembre 2023. Inoltre, arriva la procedura di composizione negoziata della crisi, nuovo istituto
volontario, cui si accede tramite una (istituenda) piattaforma telematica nazionale, che offre all’imprenditore l’affiancamento di un esperto terzo e indipendente per agevolare, in maniera riservata, le trattative con i creditori. Sono due dei principali contenuti del dl Fallimenti, approvato dalla Camera in via definitiva.

PIU’ TEMPO A SRL PER NOMINA ORGANI CONTROLLO – Più tempo alle srl per nominare gli organi di controllo. La norma
prevede, nello specifico, che le società a responsabilità limitata e le società cooperative provvedano a nominare gli organi di controllo o il revisore e, se necessario, ad uniformare l’atto costitutivo e lo statuto entro la data di approvazione dei bilanci relativi all’esercizio 2022 (e non più 2021 come a legislazione vigente).

LA PIATTAFORMA PER LA CRISI NEGOZIATA – Il provvedimento prevede l’istituzione di una piattaforma telematica/nazionale ai fini l’accesso alla composizione negoziata e detta le norme volte alla individuazione dell’esperto che viene incaricato di trovare uno sbocco alla situazione di squilibrio. La piattaforma – come stabilito dalle commissioni – è gestita dal sistema delle Camere di commercio per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia e del Ministero dello Sviluppo Economico.

ALBO ESPERTI – Potranno essere inseriti nell’elenco degli esperti che potranno essere chiamati a risolvere la crisi gli/iscritti/da/almeno cinque anni/all’albo/dei dottori commercialisti ed esperti contabili; gli iscritti/da almeno cinque anni all’albo/degli avvocati che/documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa;/gli iscritti da almeno cinque anni all’albo dei consulenti del lavoro che documentano di avere/concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di/ristrutturazione/dei debiti/omologati o di accordi sottostanti a piani attestati o/di/avere concorso alla presentazione di concordati con continuità aziendale omologati. Durante l’esame al Senato si è stabilito che anche per i commercialisti è richiesta la documentazione di precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa. Inoltre, si è stabilito che i consigli nazionali degli ordini professionali disciplinano con regolamento le modalità  di formazione, tenuta e aggiornamento dei dati da loro raccolti. Ai fini del primo popolamento dell’elenco, fino al 16 maggio 2022, l’aggiornamento dei dati comunicati dagli ordini professionali ècontinuo e, a partire dal 17 maggio 2022, avviene con cadenza annuale.

NO SLIDING DOORS PER ESPERTO CRISI – Ci saranno paletti contro le sliding doors in riferimento all’esperto della composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, la figura introdotta dal dl Crisi d’impresa. In sostanza, si è stabilito che chi ha svolto l’incarico di esperto non può intrattenere rapporti professionali con l’imprenditore se non sono decorsi almeno due anni dall’archiviazione della composizione negoziata. Inoltre, l’esperto non potrà essere legato all’impresa o ad altre parti interessate all’operazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale.

COSTI A CARICO IMPRESA – I costi che gravano sulle Camere di commercio per consentire il funzionamento della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa sono coperti con versamento, a carico dell’impresa che propone l’istanza, di diritti di segreteria.

CONCORDATO SEMPLIFICATO ALLARGATO – Arricchite le condizioni per l’accesso al concordato semplificato, per collegare tale opzione al regolare e corretto svolgimento delle trattative e di prevenire condotte abusive. Si consente inoltre la suddivisione dei creditori in classi al fine di dare maggiore flessibilità alla proposta di soddisfacimento formulata dall’imprenditore.

FINTECNA COMMISSARIO PER AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA – Per razionalizzare le procedure di amministrazione straordinaria delle imprese nelle quali sia avvenuta la dismissione dei compendi aziendali e che si trovino nella fase di liquidazione oppure nel caso in cui i programmi di cessione o risanamento non vengano completati nei termini previsti, il Ministro dello Sviluppo economico, con proprio decreto, può nominare la società Fintecna commissario. La nomina di Fintecna a commissario comporta la decadenza dei precedenti commissari, senza ulteriori oneri per la procedura e la misura dell’eventuale compenso residuo, a carico dell’impresa assoggettata alla procedura di amministrazione straordinaria, è determinata dal Mise. Un altro emendamento approvato nelle commissioni stabilisce che, per “accelerare le operazioni di razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche nonché la revisione straordinaria delle medesime”, le amministrazioni pubbliche “possono affidare a Fintecna spa o società da questa interamente controllata le attività di liquidatore delle società in cui detengono partecipazioni, nonché le attività di supporto al collocamento sul mercato e alla gestione di procedure di natura liquidatoria e concorsuale comunque denominate, anche sottoscrivendo apposita convenzione con la quale sono regolati i rapporti, le attività da svolgere, il relativo compenso, nonché le modalità di rendicontazione e controllo con oneri a valere sul  valore di realizzo delle operazioni”.

VIA LIBERA ALL’ASSUNZIONE DI 500 NUOVI MAGISTRATI – Via libera alla norma che porterà alla copertura dei posti vacanti all’interno dell’organico della magistratura con cinquecento nuovi magistrati. Per i nuovi reclutamenti il Governo ha deciso di stanziare quasi 6 milioni di euro (5.962.281,00) che verranno pescati dal programma Fondi di riserva e speciali del Mef. La nuova misura stabilisce, tra l’altra, la composizione della commissione esaminatrice: un magistrato (presidente) che abbia conseguito la sesta valutazione di professionalità, 23 magistrati con almeno la terza valutazione, 6 professori universitari che si occupano delle materie oggetto di esame (penale, civile, amministrativo) e 4 avvocati iscritti all’albo speciale dei patrocinanti. Non potranno far parte della commissione magistrati, avvocati e professori che negli ultimi dieci anni abbiano svolto docenze all’interno delle scuole di preparazione al concorso per magistrato.

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