Meeting Confesercenti, Fassina: “Con queste risorse taglio cuneo fiscale sarebbe impercettibile”

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“Aumento IVA avrebbe effetto recessivo. Sulle aperture domenicali: non crediamo ai miti della liberalizzazione”

“Meglio la riduzione strutturale delle aliquote IVA che un piccolo intervento su cuneo fiscale. Quando nel 2006 intervenimmo non aiutò molto, l’effetto fu impercettibile. Adesso, con risorse ancora più scarse di allora, non ci sono condizioni per tagliare cuneo fiscale in maniera significativa. L’aumento dell’IVA, invece,  peserebbe molto sulla domanda interna ed avrebbe un effetto recessivo molto pesante, va evitato”. Così il vice-ministro All’Economia Stefano Fassina, alla XIII edizione del Meeting Confesercenti di Perugia.

“Non ci sono risorse – continua –  per fare ogni cosa. Si parla sempre in modo molto simbolico di interventi di finanza pubblica. La spesa primaria corrente, in questi anni, è diminuita in modo significativa. Noi siamo impegnati a mantenere il rapporto deficit-Pil sotto al 3%, ci sono tutte le condizioni per rispettarlo anche se la contrazione del Pil quest’anno e’ stata maggiore di quella stimata la primavera scorsa. Le autorità europee dovrebbero pensare alle politiche economiche che hanno sollecitato in questi anni e che non mi pare abbiano dato risultati particolarmente positivi” ha detto ancora Fassina rispondendo a una domanda sul pressing di Bruxelles sull’Italia per mantenere in equilibrio i conti”.

”Noi ci stiamo impegnando a rispettare gli impegni e a portare avanti le riforme. Lo stesso governo sostenuto da una ‘maggioranza innaturale’,  esiste per risolvere delle emergenze. Solo dopo aver risolto le emergenze, il governo deve andare al voto. Ma non possiamo andare al voto con questa legge elettorale, rischiamo un nuovo giro a vuoto, sarebbe da irresponsabili.

 

“Ma forse – sottolinea – sarebbe opportuno rivedere una politica economica ci vede solo come esportatori. Algebricamente questo non è possibile. C’è una ideologia liberista tropo forte ma bisogna fare scelte. Puntare su due cose: Equità, che è una variabile macro-economica anche perché sostiene i consumi. E poi puntare sul sostegno e chi produce, e non alle rendite.”

Sull’esistenza di un’evasione di sopravvivenza, Fassina conferma la sua opinione. “Il che, specifica, non vuol dire condonare l’evasione, ma rendersi conto delle molteplici cause che generano l’evasione fiscale. Ci sono varie cause. Un esempio di evasore portato ad evadere per cause endogene? Nel 2007, pieno governo Visco, introducemmo il cosiddetto forfettone fiscale per i contribuenti con un fatturato sotto i 30mila euro l’anno. Scoprimmo che erano 1 milioni, e che pagavano di adempimenti con i commercialista più di quanti dovuto al fisco. Quello che dico è che dobbiamo risolvere le cause una per una. Non possiamo mettere insieme chi porta un milione di euro in svizzera con situazioni in cui c’è una piccola irregolarità”.

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