Governo vara riforma Popolari, entro 18 mesi 10 diventano Spa

Renzi, serve cambio radicale politiche economiche

Dopo “trent’anni” il governo vara la riforma per le banche popolari. Non tutte, ma solo “le dieci più grandi” con almeno 8 miliardi di attivi, avranno un anno e mezzo di tempo per cambiare pelle, eliminare il voto capitario (una testa un voto) e trasformarsi in Spa. “Un momento storico – dice il premier Matteo Renzi – ribadendo che il Paese, pur potendo vantare un sistema bancario serio, solido e sano, ha però troppi banchieri e troppo poco credito e che l’obiettivo dell’intervento del governo è quello di rafforzare il sistema per essere pronti alle sfide europee ma senza danneggiare i piccoli istituti e senza toccare il credito cooperativo”. La scelta, annunciata già nei giorni scorsi, arriva con quello che era stato battezzato ‘Investment compact’, che diventa un decreto sulle banche (e sugli investimenti) con un occhio anche ai consumatori, come sottolinea il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, confermando le misure per il cambio più rapido e soprattutto senza costi del conto corrente (con risarcimenti proporzionali ai ritardi per gli istituti che non rispetteranno i nuovi termini, due settimane in tutto).

Il ministro Padoan chiarisce che si è scelto di procedere per decreto “per dare un segnale di urgenza e che la scelta del governo concilia la necessità di dare una scossa forte preservando però in alcuni casi una forma di governance che ha servito bene il Paese. Per questo si parte dalle grandi, anche se in futuro andranno valutati altri suggerimenti di modifica della governance per le piccole. Peraltro si interviene in modo graduale, indicando 18 mesi per adeguarsi che sono un tempo sufficiente per un processo che potrebbe essere completato in molto meno”.

 

 

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