Istat: Pil ancora giù nel III trimestre, peggio delle attese del governo

Cresce il disagio delle famiglie, da aumento Iva arriverà spinta all’inflazione. Confesercenti: “Bisogna agire, non aspettare che la crisi finisca da sola”

Calo dell’1,8% nel 2013 del Pil, un po’ più della previsione del Governo (-1,7%). E’ quanto afferma l’Istat che prevede per il 2013 un calo ”seppur limitato nel terzo trimestre seguito da una debole variazione positiva”. A fine anno dovrebbe quindi ”terminare la fase recessiva iniziata nel secondo semestre del 2011”.

La recessione ha determinato ”gravi conseguenze” sull’intensità del disagio economico: dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà assoluta è raddoppiato da 2,4 a 4,8 milioni – prosegue l’Istat. Quasi la metà (2,3 milioni) sono al Sud e di questi poco più di 1 milione sono minori. Aumentano le famiglie che comprano meno: ben il 65%.

E l’aumento dell’IVA non ha giovato: secondo il presidente facente funzioni dell’istituto di statistica, Antonio Golini, “con il rialzo dell’aliquota l’aumento dei prezzi ‘acquisito a fine 2013 e trasferito al 2014 risulterebbe di 0,3 punti percentuali più elevato rispetto a una situazione di assenza di manovra”

Confesercenti: “Bisogna agire, non aspettare che la recessione finisca. Tagliamo gli sprechi e destiniamo risorse a famiglie e imprese”

Quanto sia stata ed è profonda la crisi emerge per l’ennesima volta dai dati Istat. Secondo Confesercenti  chiusure di imprese, disoccupazione crescente, clima di sfiducia, riduzione di ricchezza ed opportunità, finiscono per aggravare la situazione economica ma anche per allargare lo scenario inquietante della povertà.

Per invertire questa tendenza non si può stare ad aspettare che la recessione finisca, magari rassegnati, bensì agire ed agire rapidamente con coraggio.

In primo luogo c’è la necessità di spostare le risorse da una spesa pubblica invadente e spesso sprecona, con tagli incisivi che recuperino risorse da destinare a famiglie ed imprese su cui la pressione fiscale nel frattempo tocca record insopportabili.

Solo in questo modo si potrà restituire fiducia alle imprese favorendo investimenti e creazione di nuovi posti di lavoro, mentre le famiglie saranno incoraggiate a consumare.

Occorre ricostituire un mix di opportunità e fiducia nel futuro che può rimetter in moto l’economia italiana, allontanando lo spettro di una sempre più larga povertà.

 

 

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