L’Agenzia delle Entrate sblocca mezzo miliardo di crediti d’imposta per le imprese del Sud

Quasi la metà è per attività manifatturiere (46,4%), mentre il 13,9% del rimanente va al commercio

Oltre mezzo miliardo di euro di crediti d’imposta per le imprese del Sud. A tanto ammonta la cifra con cui le imprese del Mezzogiorno potranno acquistare beni strumentali, beneficiando del bonus fiscale, grazie alla circolare del Viminale che consente di bypassare la procedura standard.

Le risorse, messe a disposizioni con la legge di bilancio 2016, erano vincolate al rilascio dei certificati antimafia da parte delle prefetture ma, visti i tempi d’attesa, il direttore uscente dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini si è rivolto al Ministero dell’Interno che ha dato il via libera alle erogazioni senza la verifica preventiva.

L’Agenzia delle Entrate, quindi, procederà ad autorizzare la fruizione del credito di imposta, una volta decorsi 30 giorni dalla consultazione della Banca dati istituita dal Codice antimafia,
informando la prefettura competente. Nel caso in cui, successivamente all’autorizzazione, l”istruttoria della prefettura dovesse concludersi con ”esito interdittivo”, si procederà al blocco del credito d’imposta, se autorizzato ma non ancora fruito, o al recupero del credito, se già fruito dall’azienda, con relativi sanzioni e interessi.

Lo sblocco dell’Agenzia delle entrate è relativo a 1,5 miliardi di euro di investimenti e a 520 milioni di euro di credito di imposta. A fine 2017 questa agevolazione contava benefici fiscali
prenotati per circa 1,5 miliardi  per circa 14mila investimenti privati. In totale quindi abbiamo agevolazioni da credito di imposta prenotati pari a circa 2,1 miliardi di euro.

Secondo i dati del Ministero del Sud quasi la metà del credito d’imposta è per attività manifatturiere (46,4%), mentre il resto del bonus è così distribuito: 13,9% commercio, riparazione veicoli; 13,2% costruzioni; 5,4%: energia, idrico, rifiuti; 5,4%: servizi alloggio e ristorazione; 3,6%: noleggio, agenzie viaggio, servizi a imprese; 3,1%: sanità e assistenza sociale.

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