Legge di stabilità: saltano i tagli alla sanità, arriva la Trise

Meno tasse su lavoro e imprese per 11,6 miliardi in tre anni. Rete Imprese: manovra insufficiente

Dopo una riunione fiume, il Consiglio dei Ministri vara la legge di stabilità: meno tasse su lavoro  e imprese per 11,6 miliardi nel triennio, aumento del bollo sulle attività finanziarie, tagli sui dipendenti pubblici. Saltano i tagli alla Sanità e l’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie – che erano previste nella bozza del provvedimento – mentre fanno il loro ingresso la rivalutazione delle partecipazioni delle banche al capitale di Bankitalia e una misura strutturale per favorire il rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero.

Cuneo Fiscale

Per l’abbattimento del cosiddetto “cuneo fiscale” vengono allocati  11,6 miliardi in tre anni, 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese. Nel 2014 lo sgravio sulle buste paga, concentrato sui redditi più bassi, sarà di un miliardo e mezzo di euro e la sua articolazione sarà decisa dal governo con il Parlamento e le parte sociali. Per le imprese, invece, ci sarà una riduzione dell’Irap sulla componente relativa al costo del lavoro (400 milioni di sgravio nel 2014) e un taglio (da un miliardo) dei contributi sociali. Confermato il potenziamento dell’Ace, l’aiuto alla capitalizzazione delle imprese, la cui aliquota salirà dal 3 al 4,5%, e al 6% nel 2015.

Arriva la Trise

Dal 2014, al posto dell’Imu prima casa, arriverà la Trise. La nuova Service Tax ingloberà Imu, Tares e Tarsu. La quota sui servizi indivisibili (Tasi) vale l’1 per mille della base imponibile Imu (o 1 euro a metro quadro a scelta dei comuni), mentre la quota rifiuti (Tari) dovrà coprire i costi del servizio. Quest’ultima sarà a carico dei proprietari, ma i comuni potranno chiedere il pagamento fino al 30% della Tasi anche agli inquilini.  Dimezzato il trasferimento di 2 miliardi ai comuni per coprire le esenzioni e le detrazioni che avrebbero fissato in autonomia, viene reintrodotta l’Irpef sui redditi fondiari dei terreni e fabbricati non locati, in misura del 50%. Confermata per le imprese la deducibilità del 50% dell’Imu pagata sugli immobili strumentali dalle imposte sui redditi.

Rendite e altre misure fiscali.

Confermato l’aumento dell’imposta di bollo sulla gestione titoli (porterà 900 milioni in più). Per le imprese scatta la possibilità di una nuova rivalutazione dei beni aziendali e delle partecipazioni (con un gettito atteso di 500 milioni nel 2014), mentre alle banche e agli altri intermediari finanziari viene concessa la facoltà, dall’anno prossimo, di ammortizzare le svalutazioni dei crediti non più esigibili, che dovrebbe permettere allo stato di incassare 2,2 miliardi di tasse in più  solo nel 2014. Tra le altre misure fiscali previste dalla manovra 2014 c’è una nuova stretta sulle compensazioni delle imposte indirette, che vale 450 milioni di euro, la conferma delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e gli arredi (un miliardo) e, in prospettiva, una riduzione delle agevolazioni fiscali a favore di famiglie e imprese. Dal capitolo delle cosiddette «tax expenditures», entro gennaio e con il contributo anche in questo caso delle parti sociali e del Parlamento, dovranno essere definiti almeno 500 milioni di tagli permanenti.

Coperture: piano di rientro capitali e stretta sul pubblico impiego. Blocco rivalutazioni per le pensioni

La manovra prevede anche una misura “strutturale” per  il rientro dei capitali detenuti illecitamente all’estero.. Il sistema, già adottato da altri paesi, prevede l’autodenuncia del contribuente, che sarebbe tenuto a pagare le imposte per tutti i periodi accertabili, ma con una sanzione ridotta alla metà del minimo attuale e, molto probabilmente, con l’esclusione dei profili penali del reato. Un’altra misura di copertura è la rivalutazione delle quote detenute dalle banche nel capitale della Banca d’Italia.  Prevista un stretta sul pubblico impiego: taglio del 10% degli straordinari, misura ridotta al 5% per militari, polizia e vigili del fuoco, il blocco della contrattazione oltre il 2014, un tetto all’indennità di vacanza contrattuale e un rafforzamento del blocco del tun over, mentre per le buonuscite si prevede il pagamento spalmato non più su 6 ma su 12 mesi. Un altro miliardo arriverà dal taglio alla spese delle Regioni mentre altri 500 milioni all’anno arriveranno dalla vendita degli immobili pubblici. La quota di pensione oltre sei volte il trattamento minimo Inps, ossia 3.000 euro lordi al mese, non verrà rivalutata nei prossimi tre anni, mentre quelle inferiori, a partire dai 1.500 euro lordi, avranno una rivalutazione solo parziale e più bassa di quella odierna: verranno rivalutate del 100% quelle fino a 1.500 euro; del 90% quelle fino a 2.000 euro; del 75% quelle fino a 2.500. Per quelle tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà del 50%, oltre tale soglia verranno bloccate.

Rete Imprese Italia, Malavasi: “12 miliardi sono un’aspirina”

“Dodici miliardi non sono lo shock economico di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla recessione, rilanciare gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie. Non e’ l’ora dell’aspirina. Serve almeno il doppio della cifra prevista dal governo”: ne e’ convinto Ivan Malavasi, presidente di turno di Rete Imprese Italia.   Serve dunque un intervento molto piu’ consistente, ha detto Malavasi, “altrimenti anche questa manovra si dimostrera’ inutile. Abbiamo bisogno di tagli alla spesa pubblica robusti e incisivi. Se vogliamo, sul serio, sviluppo e occupazione non e’ il momento dei pannicelli caldi”. Il comunicato stampa integrale è disponibile online qui

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