Negozi: Confesercenti, confronto su chiusure non sia tabù, serve soluzione condivisa

La liberalizzazione avrebbe dovuto rilanciare i consumi e l’occupazione, ma non ha funzionato

Liberalizzazioni del commercio e aperture dei negozi non devono essere tabù, ma temi su cui aprire un confronto sereno e costruttivo. In questi anni il ‘sempre aperto’ ha inciso fortemente sul commercio, svantaggiando le piccole attività e contribuendo alla chiusura di decine di migliaia di negozi. Serve una soluzione condivisa tra tutti gli attori della filiera per riequilibrare il mercato.

Così Confesercenti commenta l’annuncio di un intervento di revisione dell’attuale regime di deregulation del commercio, che permette ai negozi di essere aperti 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.

La liberalizzazione avrebbe dovuto rilanciare i consumi e l’occupazione, ma non ha funzionato. In compenso, ha inciso negativamente sulle piccole attività, spostando quote di mercato dagli esercizi minori alla grande distribuzione. Il mondo delle imprese ne ha discusso, e ha già trovato una sintesi. Bisogna però andare oltre la questione delle sole aperture domenicali o festivi: tra frenata dei consumi, liberalizzazioni e boom dell’Ecommerce il settore sta attraversando una fase di trasformazione profonda e difficile.

Nel corso della nostra Assemblea, abbiamo chiesto al governo di aprire un tavolo di rilancio per il commercio, con interventi non solo sulla deregulation, ma per garantire maggiore equilibrio a tutto il settore e valorizzare il ruolo delle imprese di vicinato. Dobbiamo fare di più sul fronte delle politiche attive per i negozi, a favore della modernizzazione del tessuto della distribuzione commerciale italiana. Ma anche sul contrasto alla concorrenza sleale del web, a partire dalle disparità fiscali tra le attività di vicinato e chi opera on line.

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