Scassi e rapine sulla rete toscana nel ponte del 1° maggio. Faib: occorre accelerare la sostituzione del contante

Non c’è pace sulla rete carburanti. Anche nel ponte tra sabato 29 aprile e lunedì 1° maggio nella Città di Firenze sono stati scassinati 4 accettatori di banconote.
Al momento ancora non è stato quantificato il danno, ma considerato il lungo ponte, si presuppone non poca cosa per i gestori colpiti.
La rete carburanti appare sempre più vulnerabile ed esposta agli attacchi della criminalità che sembra non trovare argine nel lavoro delle Forze dell’Ordine né nei meccanismi di sicurezza e sorveglianza messi in piedi dalle petrolifere.
L’azione di contrasto alla criminalità peraltro incontra limiti nella gestione dei malviventi e dell’azione giudiziaria, lenta, macchinosa e permissiva.
A fronte dell’inasprirsi degli attacchi ai punti vendita carburanti appaiono insussistenti le capacità dissuasive rappresentate dall’installazione delle telecamere o dai protettori anti sfondamento.
La moneta elettronica e la sostituzione del contante sono oggi l’unico strumento in grado di sottrarre all’attenzione della criminalità la rete carburanti.
Faib si è sempre adoperata per la diffusione dell’utilizzo della moneta elettronica, sia per contrastare i fenomeni malavitosi, particolarmente cruenti sulla rete carburanti, come abbiamo visto, ma anche per combattere aree di evasione e di distribuzione illecita dei prodotti petroliferi.
Il grande ostacolo rimane l’insostenibile costo della gestione delle transazioni elettroniche a fronte del quale né le Istituzioni né il sistema bancario né, tanto meno, l’industria petrolifera, hanno inteso ricercare una soluzione: cosicché il costo delle transazioni elettroniche continua a gravare iniquamente ed esclusivamente sui gestori che debbono farsi carico della custodia del contante.
Come è noto i gestori operano con margini che oscillano, a seconda delle modalità di vendita, dall’ 1% al 2% del prezzo finale pagato dal consumatore, mentre i costi per le transazioni elettroniche variano, a seconda degli Istituti bancari e dei territori, dallo 0,5% all’1,5%. Ciò significa che i costi della moneta elettronica rappresentano una quota tra il 25 e il 50% del guadagno del gestore. E questo nonostante l’Europa abbia previsto l’armonizzazione delle commissioni allo 0,2% per le carte di debito e allo 0,3% per le carte di credito; ma ad oggi nulla si è mosso e in Italia i costi complessivi legati al mantenimento e all’uso dei POS sono più alti, anche oltre il 50%, rispetto alla media europea. Questo rappresenta il vero stacco Europa, i costi bancari; oltre, naturalmente, alle accise e IVA sui carburanti, anch’essi sopra la media europea.
Faib ha già evidenziato che i costi di gestione della moneta elettronica sono parte integrante e complessiva del conto economico delle imprese carburanti e vanno implementati e gestiti come tali perché occorre aumentare la circolazione della moneta elettronica per mettere in sicurezza la rete carburanti e i suoi operatori più esposti, ossia i gestori.

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