Petrolifera Adriatica, grande adesione allo sciopero in Toscana. La società applichi l’Accordo vigente e lavori per il nuovo Accordo

Grande soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero contro Petrolifera Adriatica indetto dalle Federazioni di categoria dei gestori carburanti il 20 e 21 marzo.

Punte del 90% di adesioni in Toscana dove la protesta è nata e si è via via rafforzata contro la società petrolifera che ha rilevato gli impianti Esso. La protesta comincia montare anche in Abruzzo e nelle Marche, dove cresce il malessere dei gestori, nonostante l’Azienda eserciti un controllo asfissiante con presenza e pressioni varie.

I gestori hanno protestano contro la continua violazione di Petrolifera Adriatica dell’Accordo economico collettivo del 16 luglio 2014, firmato ai sensi della normativa vigente, D.lgs. 32/1998, L 57/2001, L.27/2012, nonostante le continue condanne del Tribunale di Roma.

Faib, Fegica e Figisc esprimono grande soddisfazione per l’esito dello sciopero e annunciano nuove proteste e azioni più incisive e diversamente articolate nelle prossime settimane, mentre cresce e si allarga il contenzioso legale avviato dai gestori assistiti dalle Federazioni di categoria. Lo sciopero ha registrato chiusure degli impianti anche laddove questi non avevano chiuso in precedenza, pur in presenza di messaggi e pressioni dell’azienda finalizzati ad ostacolare l’adesione alla legittima protesta.

Il messaggio che esce dalla due gironi di serrata è che i gestori Esso di Petrolifera Adriatica condannano senza appello la società subentrata alla Esso e rifiutano il netto peggioramento delle condizioni economiche definite ex lege dagli accordi economici e normativi. Con lo sciopero i gestori hanno inteso respingere il tentativo di addossare il costo dell’operazione di acquisizione della rete Esso alla categoria, con il taglio ai margini praticato unilateralmente e in vigenza di Accordo economico. I gestori hanno nuovamente denunciato, e non smetteranno di farlo, l’attacco alle leggi dello Stato che regolano il settore, l’inasprimento delle politiche di prezzo e l’imposizione di  condizioni inique e discriminatorie, che alimenteranno nuovi contenziosi legali, anche in sede Antitrust.

Con lo sciopero del 20 e 21 marzo  la categoria rafforza la propria strategia di dura  contestazione verso l’Azienda  sia sul versante politico sindacale- con la previsioni di ulteriori manifestazioni e chiusure- sia sul versante negoziale con la proposizioni di ipotesi di Accordo che su quello giudiziario dove si ricorda che il Tribunale di Roma, in tutte le sentenze  sin ora emesse, ha sempre  ammesso il principio di vigenza dell’Accordo Esso del 16 luglio 2014; in più ha sancito il diritto dei singoli gestori a farsi riconoscere in giudizio la validità e la piena efficacia attuale dell’accordo del 16 luglio 2014, e la nullità di qualsiasi altro accordo stipulato dai proprietari degli impianti con singoli o gruppi di gestori, che non siano stati stipulati ai sensi degli artt. 19, comma 3, L. n. 57/2001 con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Lo sciopero è l’ennesimo inequivocabile messaggio dei gestori e delle loro Associazioni a Petrolifera Adriatica: l’azienda se ne faccia una ragione, le leggi si applicano, sono valide per tutti, grandi e piccoli. Le Federazioni di categoria non smetteranno l’insistente azione di tutela dei gestori, in linea con i comportamenti perfettamente legittimi di lotta sindacale, e anche di supporto alle azioni giudiziarie. Per chiudere il rosario dei ricorsi al Giudice, che si allunga di giorno in giorno, Petrolifera Adriatica ha una sola possibilità: fare- come dice la Legge- un Accordo migliorativo con le Federazioni rappresentative dei gestori.

 

 

 

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